“METAMORFOSI D’AMORE”, PRIMA FRANCESE PER IL SULMONESE CAVALLONE

Sarà presentato a Rennes, in prima francese, “Metamorfosi d’amore”, il doppio concerto per flauto violoncello e orchestra del compositore sulmonese Paolo Cavallone, ispirato al capolavoro ovidiano. E’ un lavoro commissionato dall’Orchestre Symphonique de Bretagne (OSB) e dalla Mitteleuropa Orchestra (MO). Il brano, già presentato in prima italiana nel 2017, verrà eseguito all’Opera di Rennes nell’ambito della stagione musicale dell’Orchestre Symphonique de Bretagne. Giovedì 24 e venerdì 25 gennaio tre solisti d’eccezione come il grande flautista Roberto Fabbriciani, il virtuoso pianista Bernard D’Ascoli e il talentoso Aurélien Pascal al Violoncello, si esibiranno con l’Orchestre Symphonique de Bretagne diretta da Aurélien Azan-Zielinski, in un concerto con musiche di Beethoven, Schubert e Cavallone. Nelle parole del compositore, alla base della creazione di Metamorfosi d’Amore si trova la riflessione sulla necessità d’amore nell’equilibrio fra le componenti fondanti della psiche umana. Diverse suggestioni e stimoli sono confluiti nella realizzazione di Metamorfosi d’amore. Da un lato, il bimillenario della morte di Ovidio, dall’altro, il concetto di mutazione come metamorfosi interiore e del corpo, come pure della dimensione maschile e femminile della psiche. “Video meliora proboque, deteriora sequor” pronuncia la Medea del poeta latino. Dunque, nell’imperfezione umana si realizza la manifestazione di amore. Ovvero, la metamorfosi e guarigione di psiche, all’ingresso di amore, parafrasando Apuleio o il Cantico dei Cantici. La stessa scelta dei solisti assume significato simbolico: il flauto, antropologicamente uomo-dio e donna-violoncello, umanità. Il “doppio concerto” di Cavallone è accoppiato a grandi classici: il Terzo Concerto per pianoforte di Beethoven e la Sesta Sinfonia di Schubert. Bernard d’Ascoli interpreterà il concerto di Beethoven, a metà fra classicismo mozartiano e romanticismo. In contrasto con il tumulto beethoveniano, il Maestro Aurélien Azan Zielinski costruisce un programma in chiaroscuro (questo il titolo dell’intero concerto).Un sole transalpino brilla in Metamorfosi d’amore di Cavallone, come anche nella Sesta Sinfonia di Schubert dagli accenti rossiniani; due partiture composte a distanza di due secoli.