RIAPRE IL CENTRO DIURNO DI VIALE MAZZINI (Video)

Da qualche giorno è già in funzione ma ufficialmente sarà inaugurato martedì il centro diurno di salute mentale. Sistemati i problemi legati ad alcune cose da sistemare all’interno della struttura,  il centro diurno tornerà nella nuova e accogliente sede di viale Mazzini. Riapre a distanza di sei mesi dalla chiusura decretata da sindaco di Sulmona Annamaria Casini, alla luce di un rapporto dei carabinieri del Nas, i quali nel corso di un sopralluogo, avevano rilevato alcune criticità nell’edificio. Prescrizioni che sono state eseguite tanto che il Centro diurno, insieme al Centro di salute mentale e alla sezione di neuropsichiatria infantile, sono stati autorizzati a poter finalmente sistemarsi nei nuovi locali. Tutti e tre i servizi si trovano al secondo piano dello storico edificio che negli anni passati aveva ospitato il convento dei frati di Sant’Antonio e successivamente la scuola di formazione professionale. Naturalmente felice e soddisfatta la responsabile della struttura, la psicologa Alessandra Cottone per la fine di un lungo calvario: “Sono contenta soprattutto per i ragazzi che noi seguiamo, di essere tornatai in una sede spaziosa e accogliente che ci dà la possibilità di svolgere tutte le attività contemplate nel percorso di riabilitazione”. Il centro diurno ospita in media 35 persone, funziona dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 17. “Le nostre attività sono finalizzate al reinserimento sociale e lavorativo dei pazienti”, prosegue Cottone, “in un percorso individualizzato della durata tra i tre e i sei mesi. A conclusione di questo percorso i nostri pazienti ritrovano un pieno inserimento nel loro contesto abituale sia familiare che sociale”. L’età degli assistiti del Centro diurno va dai 18 ai 50 anni e la maggior parte viene da una precedente terapia seguita nel centro di salute mentale. Dalle statistiche in possesso della Asl emerge che la popolazione del territorio peligno rispetto ad altri territori è particolarmente esposta a disturbi psichici. Fenomeno che sarebbe favorito dalle particolari condizioni socio-economiche di questa parte dell’Abruzzo.