SEQUESTRATO E MASSACRATO DI BOTTE, INDAGATO 16ENNE: RECUPERATI DROGA E CONTANTI

Un 30enne è stato pestato di botte con una pentola e sequestrato in casa. Sull’episodio è stato indagato un minore con l’accusa di sequestro di persona, lesioni e danneggiamento contestate dalla Procura della Repubblica presso il tribunale per i minorenni dell’Aquila ad 16enne residente in un paese del circondario. I carabinieri della compagnia di Sulmona hanno eseguito questa mattina il decreto di perquisizione emesso dall’autorità giudiziaria, legato verosimilmente all’arresto di un 48enne, eseguito nei giorni scorsi e al pestaggio per la droga che ne sarebbe scaturito. I militari avrebbero rinvenuto alcuni trita erba oltre a nove grammi di cocaina e otto di cannabis, fiutati dall’unità cinofila della guardia di finanza giunta, di proprietà del compagno della madre e del fratello. Inoltre è stato trovato denaro contante pari a 1500 euro. Per questo i militari procederanno con le determinazioni del caso. Secondo le accuse del tribunale dei minorenni e dei carabinieri, che avevano raccolto in ospedale le sommarie informazioni della persona offesa, un 30enne del posto, il minore avrebbe utilizzato una pentola da cucina e un racchettone da mare per aggredirlo in casa fino a chiudere a chiave la porta d’ingresso. In quella circostanza, sempre secondo il racconto della vittima, sarebbe stato coadiuvato nell’aggressione da altre persone. Solo quando è rientrato il compagno della donna, il giovane sarebbe riuscito a fuggire e scavalcare il cancello mentre il minore indagato gli avrebbe lanciato addosso un pezzo di legno, colpendo la vettura. Sul caso sono in corso i dovuti accertamenti mentre la polizia indaga sulla tentata estorsione che vede il 30enne sotto la lente degli inquirenti e la madre del minore come persona offesa. Quest’ultima avrebbe riferito che il giovane, entrato nella sua abitazione per chiedere soldi in cambio di un’informazione, avrebbe inveito contro di lei tanto da costringere il compagno a difenderla. Nei giorni successivi, con la messaggistica di WhatsApp, avrebbe preteso 500 euro mensili in cambio del silenzio, per evitare cioè di denunciare la presunta aggressione subita. Versioni contrastanti, entrambe al vaglio degli inquirenti. Intanto, nel corso della perquisizione, i carabinieri hanno trovato in casa del minore un giovane con precedenti che ha prescrizioni specifiche su luoghi da frequentare.