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PICCHIA UN BAMBINO DI OTTO ANNI CHE AVEVA LITIGATO CON IL FIGLIO

Il padre di un alunno avrebbe colpito il piccolo con schiaffi e un calcio per difendere il figlio: indagano le Procure di Sulmona e dell’Aquila

CASTEL DI SANGRO, 3 novembre – Doveva essere un normale pomeriggio di uscita da scuola, si è trasformato in un episodio di violenza che ha sconvolto un’intera comunità dell’Alto Sangro. Un bambino di otto anni è stato picchiato da un uomo di circa quarant’anni, padre di un suo compagno di classe, che – secondo la prima ricostruzione – avrebbe reagito per difendere il figlio dopo una lite tra bambini.

L’episodio si è verificato nei pressi di un edificio scolastico. L’uomo, mentre andava a riprendere il figlio, sarebbe stato avvisato da quest’ultimo di un presunto torto ricevuto: “Papà guarda cosa mi ha fatto, mi ha rotto il braccialetto che mi avevano regalato per Halloween”, avrebbe detto il piccolo, mostrando il polso al genitore.

A quel punto, il 40enne – secondo quanto ricostruito dai carabinieri della compagnia di Castel di Sangro, coordinati dal capitano Giuseppe Testa – avrebbe perso il controllo, aggredendo il bambino di otto anni con una serie di schiaffi al volto e persino un calcio. Il piccolo sarebbe caduto a terra, davanti ad alcuni testimoni, mentre tra genitori e passanti è scoppiato il panico.

A riportare la calma sono stati i presenti, che hanno soccorso il bambino fino all’arrivo dei genitori, accorsi immediatamente sul posto. Il minore è stato poi accompagnato al pronto soccorso dell’ospedale di Castel di Sangro, dove i medici hanno diagnosticato lesioni non gravi, giudicate guaribili in circa sette giorni.

Nei giorni successivi, però, il piccolo ha iniziato a manifestare disturbi del sonno e segnali di ansia, tanto da richiedere il supporto di uno psicologo. La famiglia ha avviato un percorso di assistenza tra Castel di Sangro e Sulmona, su indicazione dei medici.

I genitori del bambino hanno sporto denuncia presso la locale stazione dei carabinieri. Sulla vicenda si sono aperte due inchieste: una da parte della Procura della Repubblica di Sulmona, che ipotizza per l’uomo il reato di lesioni personali aggravate, e una seconda dalla Procura del Tribunale per i minorenni dell’Aquila, incaricata di approfondire gli aspetti psicologici e familiari.

I militari stanno raccogliendo testimonianze e ulteriori elementi per ricostruire con precisione la dinamica. Nei prossimi giorni è prevista anche l’audizione protetta del bambino, assistito da esperti.

Il 40enne, nel frattempo, si è detto pronto a chiarire la propria posizione e a respingere ogni accusa, sostenendo di non aver mai voluto colpire il piccolo con violenza.

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