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QUANDO IL PRETE PREDICA BENE MA… SCRIVE MALE!

di Luigi Liberatore

Sul mio senso religioso avrei molto da dire, anzi da eccepire. Sono un (povero) cristiano che non va a messa, mi faccio però il segno della croce ma non so attribuire al gesto un significato preciso, per cui penso di essere un ateo. Meglio, un non credente sui generis perché poi genufletto dinanzi a un crocefisso per non fare peccato, o per paura. Ecco, forse ci siamo. Temo l’Aldilà, e non sapere cosa davvero ci sia nell’oltretomba mi riporta alla debolezza dell’essere. Mi fermo pure, qualche volta, in chiesa e appunto in una di queste tappe mi sono imbattuto nel cartello che potete leggere a corredo di questa riflessione indotta più dal modo in cui è scritto e non tanto per la sostanza cui si riferisce: La scarsità delle vocazioni.

L’avviso affisso in chiesa da Don Domenico

Chi ha firmato “l’avviso” ai fedeli è don Domenico, parroco di Castel di Sangro, per cui non violo il segreto citando l’estensore e mi pare di non commettere reato. Mi è venuto in mente subito che il prete abbia toccato un tasto dolente, cioè quello della mancanza di “tonache”, un dato non trascurabile alla stessa stregua della scarsità di medici e infermieri, almeno in Italia, come dire che di questo passo non avremo più chi possa curarci nello spirito e nel corpo. Torniamo al cartello, però. Oltre all’annuncio relativo alla celebrazione delle messe, scrive don Domenico “Preghiamo il Signore che mandi nelle famiglie di chi si lamenta, le vocazioni sacerdotali”. Se non fosse per la firma, avrei pensato ad uno scritto o di Savonarola, per la veemenza, o addirittura di Cecco Angiolieri, perché quel pregare che giunga una vocazione nelle case di chi si lamenta mi sembra più una penitenza da scontare che un voto augurale. E’ come dire, meglio una sciagura dietro la porta che un prete in casa! E’ il senso letterale del messaggio. Mi dicono che don Domenico sia un abile oratore e io non ho motivi di dubitare dei fedeli. Però accade che un prete che predica bene possa scrivere male. Sono certo che don Domenico vorrà perdonarmi. In fondo è uno scherzo da prete  

 

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