APPROVATO EMENDAMENTO PER VIETARE L’EDUCAZIONE SESSUALE NELLE SCUOLE MEDIE
di Massimo Di Paolo
Una finale di Wimbledon avrebbe destato meno interesse negli appassionati di Tennis. Concita De Gregorio-Massimo Recalcati, sulle pagine de “la Repubblica”: al secondo set è in vantaggio Concita per 6-0 5-3. E le cose non vanno mettendosi bene per il Professore che è ormai prevedibile nella tattica e nella strategia delle sue analisi caratterizzate da poca variabilità; gambe lente si direbbe -forse per il sentore del governo di destra- ripetitività concettuale e melassa a profusione. Differente il ‘gioco’ della De Gregorio brillante, tonico e di grande creatività. Dopo il servizio è scesa a rete con un pezzo scritto in risposta all’articolo di domenica 2 novembre firmato da Massimo Recalcati su ‘la Repubblica’ che diceva:“Educare alla sessualità è compito della scuola ma non è una materia”. Molti gli arbitri in campo e gli osservatori, soprattutto tutto il popolo della scuola marcatamente di parte, se non altro perché ancora ‘leggermente’ di sinistra e al 97 % al femminile.
Uno scontro non tanto sulla tematica dell’educare alla sessualità e alla affettività ma sul metodo e sulla sostanza. Metodo e sostanza che fanno scivolare in secondo piano il problema che resta di estrema emergenza. ‘Amore e sesso’ dentro la scuola a pieno titolo o come rivolo comune alle tante cose che alla scuola si dice di far conoscere? Di Fatto, una nuova disciplina o uno strapuntino da occupare con le molle: secondo la tendenza morale in atto o il grado di ipocrisia diffuso nell’Istituto scolastico. Gli articoli del 2 e del 3 novembre su la Repubblica, rispettivamente di Massimo Recalcati e Concita De Gregorio, andrebbero letti: analizzano e interpretano come solo gli adoni sanno fare. Se la narrano e se la suonano guardandosi allo specchio con la certezza di vedere riflessa la cosa giusta e la cosa corretta. Intanto un dato si ripete sistematicamente: tutti ne parlano ma la voce della Scuola resta flebile e nascosta. Il solito baule da aprire per le cose difficili -per non dire sporche- su cui nessuno vuole o sa mettere le mani; il baule che si chiama ‘Scuola pubblica’ che diventa contenitore al bisogno: di fenomeni e fatti emergenti; delle povertà educative, delle distorsioni sociali, dei ‘rifiuti’ delle caste povere, delle identità non più binarie, della morale sessuofobica, della liquidità relazionale, delle famiglie vaporizzate.
Educazione sessuale e affettiva nelle scuole tra ipotesi, limitazioni e ideologie, senza dimenticare quell’oscurantismo che si materializza nella burocratizzazione attraverso emendamenti e decreti legge fatti propri dalle dirigenze scolastiche più adese al consenso informato, preventivo e scritto dai genitori, che non al ‘come’ educare alla libertà, alla consapevolezza, all’affettività e al rispetto del proprio corpo. L’altro falso problema e il quando: elementari no, scuola media così così, Scuola superiore avanti tutta. Ennio Flaiano ci ricorda “Deve esserci qualcuno che continua a spostare la soglia del ridicolo”, nella Scuola pubblica, ci viene da aggiungere. Come se tutta la letteratura e la ricerca sull’affettività, sulla teoria dell’attaccamento, sulla sessualità polimorfa del bambino fossero cose sconosciute e rimosse dal dibattito pubblico e non. Riassemblare il sociale, verrebbe da pensare, partendo dalla rifondazione della Scuola e del sistema scolastico. Ma richiederebbe coraggio, tracollo di ogni approccio ideologico e abbandono di ogni forma di pavidità in chi ci governa. Per ora suggeriamo un video da vedere, rivedere e condividere per farsi un’idea e, soprattutto, per prendere posizione. Una filastrocca diventata virale di una insegnante di danza, Silvia Contenti, che dubbi non ne lascia neppure a quegli uomini che del ‘patriarcato’ sono meno consapevoli. Insegna, a bambine e bambini, il consenso e il rispetto del corpo ed è la traduzione della filastrocca americana “These Are My Private Parts”. L’ascolto e la visione attenta può dare una risposta alle tante sciocchezze che il ridicolo e l’oscurantismo stanno diffondendo. Per adulti e non solo per bambini. Per chi ha responsabilità, per chi non riesce ad andare oltre. Per le scuole, i presidi, gli insegnanti, i genitori, per tutti quelli che per una volta, anche una volta sola, vogliono provare a prendersi un punto andando a rete.
Le mie parti intime – italian version of “my private parts” from Gelda Waterboer video




Bravissimo e complimenti veri
bene,e’ l’italietta,punto, sempre nelle ultime posizioni delle classifiche/qualita’ servizi, ultima anche nel sistema scolastico,mancanza di risorse economiche,dicono i signori della politica,si spende solo per gli interessi della casta,che fare?
Pedate bene assestate a tutti i polticialtroni,Legalita’ diffusa per uscire dalla partitocrazia,e basta,o no?
Complimenti questo e’ interessante e tosto per chi sa leggere oltre le righe
Uscire dal silenzio ora è prima possibile