3 NOVEMBRE 1706. CENTRO ITALIA LA TERRA DEI GRANDI TERREMOTI
L’AQUILA – Il 3 novembre 1706, intorno alle ore 13:00, un potente terremoto di magnitudo Mw 6.8 scosse l’area della Maiella. L’epicentro fu localizzato a nord di Campo di Giove, a circa 10 km ad est di Sulmona, sul versante aquilano della Maiella. Questo sisma causò circa 2.400 vittime, di cui 1.000 solo a Sulmona, e devastò profondamente altri centri della Valle Peligna come Pratola Peligna e Pacentro.
Tre anni prima, l’Italia centrale aveva già affrontato una terribile crisi sismica, culminata nei violenti terremoti del 14 gennaio 1703 (Mw 6.7) che colpì l’Appennino umbro-reatino, distruggendo Norcia e altri villaggi, e del 2 febbraio 1703 (Mw 6.7) che devastò L’Aquila e i suoi dintorni. Le cronache raccontano non solo delle migliaia di vite spezzate e degli edifici rasi al suolo, ma anche della grande difficoltà nel portare soccorso in una regione montuosa, dove la resilienza e il coraggio delle comunità furono messi a dura prova. La conformazione geologica della Maiella, con calcari e dolomie, amplificò gli effetti del sisma del 1706, rendendolo ancora più distruttivo.
I mesi e gli anni successivi furono segnati da scosse di assestamento che prolungarono l’angoscia della popolazione e resero la ricostruzione una sfida immane. Eppure, la storia ci ricorda la capacità straordinaria di queste comunità di rialzarsi e ricostruire, trasformando il dolore in forza.




