CONVENTO DI SANT’ANGELO AD OCRE E IL CULTO DI MITRA
L’AQUILA – Il Convento di Sant’Angelo ad Ocre e l’epigrafe che rammenta la costruzione di uno “speleo” per il culto a Mitra.
Nel 1805 fu ritrovata a Fossa questa lapide che ricorda due amministratori durante il regno di Severo Antonino o Caracalla che nel 213 d.C. ( IIII Cos) durante il quarto consolato dell’imperatore terminarono la costruzione di uno “speleo” ( relativo alla caverna) dedicato al Sol Invictus appellativo per indicare Mitra.
Mitra fu un culto indo iranico o persiano sviluppatosi nel mondo romano a partire dal I secolo d.C. ed ebbe molta fortuna tanto da divenire un forte antagonista del primo cristianesimo.
Il culto a Mitra si svolgeva in grotta (culto ctonio) era un rito molto articolato,iniziatico e misterico e vedeva la divinità uccidere un toro nella caverna. Un culto complesso e mediatore tra la divinità e l’uomo attraverso il ciclo nascita morte.
Forse fu l’ultima divinità pagana a soccombere innanzi al propagarsi del cristianesimo che dovette ricorrere all’Arcangelo Michele per sostituire il culto di Mitra assumendone alcune peculiarità.
Il culto a San Michele, divinità senza corpo, permise alla chiesa di cristianizzare le alture rocciose dove insistevano templi pagani, caverne ed antri oscuri dove si pensava dimorassero demoni.
L’oscurità della caverna necessaria a Mitra fu raggiunta dalla luce di Dio e vi prese possesso San Michele che abati e vescovi dedicarono ai culti pastorali e della terra.
Così San Michele, caro alle popolazioni longobarde, prese possesso in tutta Europa degli antri e delle caverne come Monte San Michel in Normandia, la Sacra di San Michele in Piemonte, la Grotta di San Michele sul Gargano e quella nel Cilento.
Da noi viene ricordato qui a Ocre sulla roccia del Convento di Sant’Angelo, nella basilica di Amiternum, nella grotta sopra a Bominaco a ricordarci come la sacralità cambia nome e prospettive, ma parla una lingua antica ricca di simboli e significati.




