DOGANE. QUANDO TOLGONO GLI UFFICI E DICONO “CI HAI GUADAGNATO”
di Paolo Romano*
L’AQUILA – Parliamoci chiaro. Nello stesso giorno nel quale Biondi – non sapendo cosa rispondere in aula all’opposizione che chiedeva di parlare alla città delle Dogane – ha dovuto ricorrere agli insulti e alle provocazioni, è uscita una determina direttoriale nella quale si conferma che a L’Aquila sarebbe andata solo l’antifrode, come contentino per il declassamento a favore di Pescara effettivo dal 1 novembre; difficile anche per un prestigiatore come Biondi potersene vantare in aula.
È vero che da oggi si parla anche dell’attivazione di una sede dell’ufficio tecnico interregionale all’Aquila: ma se fosse, sarebbe solo un rafforzamento del contentino di cui sopra e non certo quello che hanno mantenuto TUTTI gli altri capoluoghi di regione d’Italia che pure hanno subito la riorganizzazione. Se fosse, ripeto, perché l’ufficio tecnico era già stato assegnato a Roma, sarebbe grazie alle pressioni dei lavoratori, alle battaglie dell’opposizione che durano da mesi in ogni sede possibile e al lavoro instancabile dei sindacati che – vergognosamente – il sindaco non cita mai. Quindi rispedisco al mittente la solita tiritera recriminatoria che oggi Biondi bissa condendola delle sue oramai note balle: di certo non si tratta, come sostiene lui, di un rafforzamento del capoluogo.
Anche i numeri smentiscono le dichiarazioni del primo cittadino: i lavoratori attuali a L’Aquila sono 36 e gli uffici antifrode e tecnico difficilmente riusciranno a ricomprenderli tutti. Non solo, nonostante la presenza della sede dell’ufficio tecnico e dell’antifrode, gli operatori economici del nostro territorio saranno comunque penalizzati poiché costretti a recarsi a Pescara anche per un semplice contrassegno. L’Aquila pertanto perderà il punto di riferimento che con il sisma aveva conquistato.
*Consigliere comunale




