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ADDIO COLONSCOPIA?

A cura del Prof. Maurizio Proietti

L’intelligenza artificiale e i batteri intestinali aprono la strada a un test non invasivo per il cancro al colon.

Quando il medico propone una colonscopia, la reazione è quasi sempre la stessa: timore, disagio e rinvii. È un esame prezioso ma invasivo, che richiede preparazione, tempo e un pizzico di coraggio. Eppure, resta il metodo più affidabile per diagnosticare in tempo il tumore colorettale, seconda causa di morte per cancro nel mondo. O forse restava.

Un gruppo di ricercatori dell’Università di Ginevra ha sviluppato un nuovo test fecale che, grazie all’intelligenza artificiale, è in grado di identificare fino al 90% dei tumori colorettali, con un’accuratezza molto vicina a quella della colonscopia, ma senza tubi, sedazioni o disagi.

I batteri intestinali come “sentinelle” del tumore

Pubblicato sulla rivista Cell Host & Microbe, lo studio parte da una domanda semplice ma importante: se il microbiota intestinale (popolazione dei batteri che vivono nell’intestino) cambia con lo stato di salute, può “tradire” la presenza di un tumore?

La risposta è sì, e sta tutta nelle sfumature invisibili della flora batterica. Fino a oggi, la maggior parte delle ricerche si era limitata a confrontare specie batteriche diverse, ma i risultati erano spesso incoerenti: i ceppi variano molto da individuo a individuo, rendendo difficile un confronto universale.

Il team guidato da Mirko Trajkovski, professore di fisiologia cellulare e metabolismo, ha scelto un approccio innovativo: concentrarsi non sulle specie, ma sulle sottospecie batteriche, le varianti genetiche più fini e specifiche che differenziano batteri “cugini” tra loro.

“Le sottospecie ci permettono di cogliere differenze nel modo in cui i batteri funzionano e interagiscono con l’organismo”, spiega Trajkovski. “Alcune sottospecie possono essere coinvolte nello sviluppo del cancro, mentre altre no. Riconoscerle è la chiave per una diagnosi precoce più accurata”.

Microbiota e intelligenza artificiale, un connubio percambiare l’approccio diagnostico

Matija Trickovic, primo autore dello studio, ha messo a punto un sistema di “machine learning” capace di elaborare enormi quantità di dati genetici provenienti da campioni fecali. Il risultato è il primo catalogo completo delle sottospecie del microbiota umano(i geni del microbiota), una sorta di “atlante batterico” di precisione.

Utilizzando questa mappa insieme ai dati clinici di migliaia di pazienti, l’algoritmo ha imparato a riconoscere le impronte microbiche tipiche del tumore colorettale. Il modello predittivo ottenuto è stato poi testato su diverse popolazioni e si è dimostrato altamente generalizzabile, indipendente dalla provenienza geografica o genetica.

I risultati hanno sorpreso gli stessi autori: il sistema ha rilevato 9 casi di tumore su 10, un’accuratezza del 90%, molto vicina al 94% della colonscopia, ma con un test semplice, economico e non invasivo.

Le implicazioni: dal cancro ad altre malattie

Il prossimo passo sarà una sperimentazione clinica presso gliOspedali universitari di Ginevra, per valutare se il metodo riesce a distinguere anche gli stadi precoci del cancro o le lesioni precancerose. Ma le applicazioni vanno oltre l’oncologia: la stessa tecnologia potrebbe essere usata per identificare malattie croniche, disturbi metabolici o infiammatori, e persino per monitorare la risposta alle terapie.

“Le differenze tra sottospecie batteriche possono spiegare perché lo stesso microbo, in persone diverse, ha effetti opposti”, osserva Trajkovski. “Con questa mappatura e l’intelligenza artificiale possiamo finalmente comprendere come il microbiota contribuisce alla salute e alla malattia.”

Le sottospecie contano

Come spiegano i ricercatori, batteri della stessa specie possono comportarsi in modo molto diverso: alcuni producono sostanze infiammatorie, altri proteggono la mucosa intestinale. Queste differenze derivano da variazioni nel patrimonio genetico e sono spesso specifiche nei diversi soggetti.

Il metodo messo a punto a Ginevra, chiamato “panhashome”, consente di identificare rapidamente le sottospecie e i geni responsabili di queste variazioni, migliorando l’accuratezza e la riproducibilità degli studi. In altre parole, apre la strada a una nuova microbiologia di precisione, dove il microbiota diventa un indicatore affidabile, non solo per il cancro, ma per molte altre patologie sistemiche.

Una rivoluzione silenziosa

Se confermato dagli studi clinici, questo test potrebbe trasformare lo screening dei tumori intestinali, rendendolo più accessibile e accettabile per tutti. Un semplice prelievo fecale, analizzato da algoritmi intelligenti, potrebbe un giorno sostituire procedure invasive, salvando vite grazie a diagnosi più precoci.
E dietro a tutto questo non ci sono nuove macchine, ma antichi e invisibili alleati, ossia i nostri batteri intestinali che, strada facendo, impariamo non solo a conoscere, ma anche a farci aiutare.

Bibliografia

Trickovic M., Trajkovski M. et al. Subspecies-level resolution of the human gut microbiota enables precision diagnostics of colorectal cancer. Cell Host & Microbe (2025).
DOI: 10.1016/j.chom.2025.09.004

Mirko Trajkovski et al. Defining the human gut microbiota at operational subspecies unit (OSU) resolution reveals diagnostic and mechanistic insights. Cell Host & Microbe (2025).
DOI: 10.1016/j.chom.2025.09.004

Qin J. et al. A human gut microbial gene catalogue established by metagenomic sequencing.
Nature (2010), 464: 59–65. DOI: 10.1038/nature08821

Liang G., Bushman F.D. The human virome: assembly, composition and host interactions.
Nature Reviews Microbiology (2021), 19(8): 514–530. DOI: 10.1038/s41579-021-00571-y

WHO – World Health Organization. Guide to Cancer Early Diagnosis. WHO Press (2017).
https://www.who.int/publications/i/item/9789241511940

Gazzetta.it Salute. Addio colonscopia? Un nuovo test individua il 90% dei tumori colorettali.
(1 ottobre 2025). https://www.gazzetta.it/salute/news/01-10-2025/addio-colonscopia-un-nuovo-test-individua-il-90-dei-tumori.shtml

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