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PROGETTO CASE DI BAZZANO. I CITTADINI IN CAMPO CONTRO L’INDIFFERENZA

L’AQUILA –  Oggi si è finalmente aperto il vaso di Pandora sulla situazione del Progetto Case di Bazzano. Non pensavo fosse possibile e neanche così facile avere un coinvolgimento così massiccio di una parte di popolazione letteralmente lasciata al proprio destino dalle istituzioni. In seguito a diversi episodi di incendio appiccati in una delle palazzine disabitate, avvenuti nella più estrema facilità e direi indifferenza di chi dovrebbe controllare il territorio, senza che a tutt’oggi sia stato preso il colpevole, io e Laura abbiamo pensato che fosse giunto il momento di fare qualcosa per il quartiere. L’idea era di provare a riaprire la “Tendamica”, che per qualche anno è stata un punto di ritrovo per gli abitanti, per cercare di ripristinare un luogo di socialità e di incontro, la cui mancanza secondo noi è il problema principale che favorisce disgregazione, degrado, abbandono. Cercare, insomma, di dare a questo posto nato dal nulla un senso di comunità e di appartenenza, per non continuare ad essere solo un quartiere dormitorio. Abbiamo indetto una riunione per conoscerci (sì, perché nonostante abitiamo qui da quindici anni, non ci conosciamo, non essendoci un punto di incontro), scambiare idee e opinioni, vedere se c’era interesse intorno alla nostra proposta. Eravamo scettiche, pensavamo che non venisse nessuno. Invece sono venuti in tanti, ognuno con il suo fardello di cose da dire e taciute per anni, a lamentare fondamentalmente di sentirsi abbandonati. Qualcuno non ha parlato, come se essere lì insieme ad altri fosse già qualcosa di diverso da fare in un’altra tediosa domenica da passare in un posto dove non c’è nulla. Altri erano entusiasti di vedere che finalmente qualcosa si muove. C’erano i giornalisti, che noi non avevamo chiamato perché ci sembrava prematuro, siamo ancora in fase esplorativa. Ma la voce si è sparsa e quello che doveva essere un incontro di quartiere tra cittadini alla fine si è aperto alla città. Mi sembra evidente a questo punto che la situazione di criticità delle new town, tutte non solo Bazzano, non può più essere ignorata. È obbligatorio un cambio di passo, serve ascolto, presenza, creazione di spazi sociali collettivi, potenziamento della mobilità; attenzione ai bisogni e alle fragilità, che guarda caso spesso vengono allocate nelle new town. Per quanto tempo ancora si può far finta che questo pezzo di popolazione non esista? Per quanto ancora l’amministrazione comunale continuerà a guardare il dito e non la luna? Sarebbe il caso di concentrarsi meno su progetti fantasiosi tipo funivie ed occuparsi dei cittadini che hanno bisogno di interventi qui ed ora? Quello che è successo oggi è un’energia che non deve essere dispersa, è un’onda che deve investire tutti i quartieri periferici, che al contrario di quanto possa pensare “l’amministazione degli eventi in centro storico”, esistono e sono abitati da persone residenti di questa città. E SONO LA MAGGIORANZA. Facciamo rete, facciamo sentire che esistiamo.

Lettera firmata

Un commento su “PROGETTO CASE DI BAZZANO. I CITTADINI IN CAMPO CONTRO L’INDIFFERENZA

  • Renato Fuchs

    Molto bene.
    Era ora che chi vive nel Progetto CASE si facesse sentire.
    E sarebbe ora che venissero formalmente creati i condomini, ciascuno con il proprio regolamento ed il proprio amministratore.
    A suo tempo (2009-10) c’erano gli uni e gli altri, ma il Comune di allora disse che se ne volevano occupare loro.
    Con i risultati che si sono visti.

    Risposta

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