NEL CONSIGLIO COMUNALE DI PRATOLA IL RISCHIO DI “ANNACQUARE” LA SOLIDARIETÀ VERSO GAZA
di Marco Alberico
La discussione in Consiglio Comunale a Pratola Peligna sulla risoluzione relativa al conflitto israelo-palestinese, e in particolare l’emendamento proposto dalla maggioranza “Pratola Bellissima,” dovrebbe essere affrontato con la dovuta lucidità politica.
È lodevole l’intento di promuovere un futuro di coesistenza e rispetto tra i due popoli, ma l’atto di modificare l’Ordine del Giorno presentato dal PD, focalizzato sull’urgente condanna delle atrocità e sul sostegno al popolo palestinese, aggiungendo il “popolo di Israele” come destinatario immediato di solidarietà e gemellaggio, rischia di offuscare e mettere un Secondo piano la priorità umanitaria del momento.
In questa fase acuta del conflitto (le bombe israeliane colpiscono ancora Gaza), la realtà dei fatti dimostra una disparità nelle condizioni di vita e nelle necessità di base delle due popolazioni. Il popolo di Gaza sta sia subendo un genocidio che affrontando una catastrofe inumana: una distruzione totale delle infrastrutture civili, inclusi ospedali, scuole e abitazioni, che ha generato un’emergenza umanitaria senza precedenti. Manca il cibo e tanti, anzi troppi, palestinesi non hanno un tetto sopra la testa.
Al contrario, la popolazione israeliana non ha la necessità di uscire dal proprio Stato per ricevere cure o istruzione, a causa della totale devastazione delle strutture (drammatica realtà per i palestinesi).
Non è un’omissione di pacifismo riconoscere che in una situazione di emergenza umanitaria estrema, la vittima di genocidio necessiti di un sostegno prioritario e incondizionato.
Con la risoluzione DEM emendata in modo tale da accogliere in equal modo le esigenze dei due popoli, si corre il serio rischio di diluire il messaggio etico e di trasformare inevitabilmente un atto di solidarietà in una polemica interna. Anche l’articolo 3, comma 2, sancisce il principio dell’uguaglianza sosstanziale, ovvero non basta l’uguaglianza formale davanti alla legge, ma lo Stato deve intervenire attivamente, rimuovendo gli ostacoli, per garantire pari opportunità nella realtà.
In sostanza, l’intento di pace è universale e condivisibile, ma la politica nostrana e territoriale, su temi di tale portata, dovrebbe evitare emendamenti che possano aprire le porte delle strumentalizzazioni e al cosiddetto retropensiero.




A Pratola, in consiglio comunale è stata messa in scena un’operazione di sciacallaggio politico, studiata e portata a compimento con cinismo immorale mai visto prima.
È stato proposto e votato un emendamento che ha stravolto la mozione di pace e solidarietà al popolo di PALESTINA mettendo sullo stesso piano vittime e carnefici.
Israele non ha bisogno della nostra solidarietà, se ne frega di tutti noi e del mondo intero. È uno Stato TERRORISTA IMPERIALISTA COLONIALISTA e GENOCIDA fuori controllo, fuori dal diritto e dalla legalità internazionale il cui capo del governo è accusato dalla corte penale internazionale di giustizia di crimini contro l’umanità.
È il popolo di PALESTINA che ha bisogno di solidarietà non quello di Israele che non ha mai accettato alcuna Pace perché vuole tutto senza concedere nulla a nessuno. Lo si vede ora, tutti si sono riempiti la bocca dell’ accordo di Pace, foto di rito su un evento storico, solo volgari menzogne. Israele non vorrà mai la Pace perché non accetterà mai né la verità né la giustizia. È un popolo che si considera messianico eletto da Dio in nome del quale giustifica le più brutali aberrazioni.
La maggioranza del consiglio comunale pratolano ha fatto un gesto immorale di complicità verso il carnefice distruggendo la mozione di pace presentata dal PD.
I pratolani onesti, conscienziosi e per bene, non i sudditi di partito, respingono con forza questa indegna immorale complicità e questo modo cinico e osceno di fare politica.