CulturaHomeIn Evidenza

È MORTO JAMES SENESE: IL RICORDO DELLA SUA SERATA SPECIALE A SULMONA

Quando l’11 novembre 2023 James Senese salì sul palco del Teatro Caniglia, a molti parve più fragile del solito. Gli occhi stanchi, il passo lento, ma il sax — quello no — era ancora il suo, caldo, potente, carico di quella rabbia e di quell’amore che per oltre sessant’anni hanno raccontato il volto più autentico di Napoli e dei suoi figli. Quella sera, Senese sembrava lottare con la fatica e con il respiro, ma anche con la determinazione di chi sa che la musica è vita, e che ogni nota può essere un atto di resistenza.

Lo spettacolo, promosso dall’associazione Nomadi Fans Club “Un giorno insieme” di Sulmona e dal suo instancabile presidente Vincenzo Bisestile, fu organizzato per sostenere l’ambulatorio di Otorinolaringoiatria dell’Ospedale di Sulmona. Ma quella serata, oggi lo possiamo dire, è diventata molto di più: un commovente congedo artistico di un uomo che, pur non stando bene, volle ancora una volta condividere il suo messaggio di dignità, giustizia e amore per gli ultimi.

Sul palco, Senese portò il suo ultimo lavoro, “Stiamo cercando il mondo”, un disco intenso, intriso di jazz, funk, latin e sangue partenopeo. Nove brani per raccontare un viaggio umano e artistico senza compromessi. E tra quei suoni si riconosceva la sua voce profonda, il suo sax graffiante, la sua anima nera e napoletana insieme. Ogni nota sembrava contenere il dolore di chi ha visto troppo e la forza di chi non smette mai di cercare speranza.

Il pubblico di Sulmona lo ascoltò in silenzio, rapito, fino a quando le prime note di “Chi tene ‘o mare”, il capolavoro di Pino Daniele, riempirono la sala. In quel momento, Senese e Pino sembrarono ritrovarsi idealmente ancora una volta, come nei giorni del Neapolitan Power, quando insieme a Tullio De Piscopo, Rino Zurzolo, Joe Amoruso ed Ernesto Vitolo cambiarono per sempre la musica italiana.

Oggi, dopo la notizia della sua scomparsa all’età di 80 anni, quel concerto appare come un testamento. Non solo musicale, ma umano. Perché James Senese non suonava solo per sé: suonava per gli ultimi, per gli emarginati, per chi lotta ogni giorno per la propria dignità. “Stiamo cercando il mondo”, diceva. Forse quel mondo l’ha finalmente trovato, da qualche parte dove il suono del suo sax può continuare a parlare di libertà, dolore e bellezza.

Sulmona lo ricorderà così: con il sax tra le mani, il viso segnato, lo sguardo profondo. E con quel soffio che, anche nell’ultimo concerto, riuscì ancora una volta a far vibrare l’anima di chi lo ascoltava.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *