DECLASSAMENTO AGENZIA DOGANE: BIONDI E LA RIPRESA DEJU LATTARU
L’AQUILA – “Facciamo chiarezza, perché Biondi non ha risolto un bel nulla, la propaganda è una cosa e la realtà un’altra. Biondi – non sapendo cosa rispondere in aula all’opposizione che chiedeva di parlare alla città delle Dogane – ha dovuto ricorrere agli insulti e alle provocazioni.” È quanto affermano le consigliere ed i consiglieri comunali di opposizione in una nota congiunta.
“Nello stesso giorno del consiglio è stata pubblicata da Agenzia delle dogane una determina direttoriale nella quale si confermava che a L’Aquila sarebbe stato assegnato il servizio antifrode: un contentino per compensare il declassamento degli uffici del capoluogo a favore di Pescara, comunque effettivo dal 1° novembre. Sarebbe stato difficile anche per un prestigiatore come Biondi potersene vantare in aula, per cui in Consiglio comunale, dove avrebbe dovuto affrontare il contraddittorio, ha preferito buttarla in caciara, preferendo il comodo comunicato stampa propagandistico”.
“Ora si parla dell’attivazione di una sede dell’ufficio tecnico interregionale all’Aquila: sarebbe solo un’aggiunta del contentino di cui sopra e non certo quello che hanno mantenuto tutti gli altri capoluoghi di regione d’Italia che pure hanno subito la riorganizzazione. Anche l’assegnazione dell’ufficio tecnico, decisione talmente tardiva che lo stesso figurava già assegnato a Roma, è solo grazie alle pressioni dei lavoratori, allo stato di agitazione proclamato dai sindacati, alle battaglie dell’opposizione che durano da mesi in ogni sede possibile che questo minimo risultato è stato raggiunto. Il sindaco non ha saputo difendere le prerogative del capoluogo di regione e non ha nemmeno il garbo istituzionale di ringraziare il lavoro instancabile dei sindacati che – vergognosamente – non cita mai. Purtroppo, non si tratta, come sostiene Biondi, di un rafforzamento del capoluogo. Il rafforzamento ci sarebbe stato se L’Aquila avesse mantenuto le prerogative come gli altri capoluoghi di regione e che, invece, nel nostro caso saranno dirottate su Pescara”.
“Anche i numeri smentiscono le dichiarazioni del primo cittadino: i lavoratori attuali a L’Aquila sono 36 e gli uffici – quello antifrode e quello tecnico – difficilmente riusciranno a ricomprenderli tutti. Non solo, nonostante la presenza di queste due strutture in città gli operatori economici del nostro territorio saranno comunque penalizzati poiché costretti a recarsi a Pescara anche per un semplice contrassegno: L’Aquila pertanto perderà un punto di riferimento economico conquistato dopo il sisma”.
Paolo Romano, Stefania Pezzopane, Stefano Albano, Stefano Palumbo, Lorenzo Rotellini, Simona Giannangeli, Alessandro Tomassoni, Elia Serpetti, Emanuela Iorio, Massimo Scimia, Gianni Padovani, Enrico Verini




