RICORDO DI MIMMO FONZI. UOMO SPECIALE MORTO DA POCO
L’AQUILA – Lo scrivo anche qui, oltre che per messaggi privati, perché ne ricevo ancora alcuni che chiedono cos’è successo e affinché lo sappiano i suoi contatti ed ex colleghe e colleghi lontani.
Sabato scorso Mimmo Fonzi (Mimmo da Cap) è morto. Si è sentito male in casa. Io c’ero in quel momento, ero tornato a salutare perché domani sarei andato all’estero. Abbiamo provato a rianimarlo, poi ci hanno provato anche i medici del 118, ma se n’è andato. È doloroso per me, per mia sorella e per nostra madre, con la quale lui si teneva ancora per mano dopo 53 anni vissuti insieme. È stato un signore. Mi ha insegnato a camminare. Negli ultimi anni della sua vita si era persino politicizzato, a modo suo, dimostrando che si può cambiare sempre e tutto, perché mai tutto dev’essere conservativo.
Era incredibile, ai miei occhi, averlo visto a CaseMatte oppure sentirlo dire cose per esempio sulla questione migratoria che non potevo aspettarmi fino a qualche anno prima, e in totale controtendenza rispetto alle opinioni dominanti.
Per lo spirito anti-conservativo si è sempre vantato del licenziamento da un comodo posto nell’impiego pubblico in tempi non sospetti. Ma al tempo stesso era una persona profondamente semplice e abitudinaria nella quotidianità. Oggi lo piangono anche gli amici del bar della Esso, dov’è andato tutti i giorni negli ultimi vent’anni. Non impazziva per le folle, ma amava essere sempre elegante, un aspetto che non ho ripreso da lui. Per questo mi dava spesso del cinciaro.
Il cambiamento, piccolo o grande, è un faro che ha sempre guidato il suo agire. Questo sì che l’ho ereditato, che bello. Lo ha fatto sempre nel rispetto di tutti, senza competere o calpestare.
Come ho detto a mia (e sua) nipote, è importante condividere pezzi di vita insieme perché quando quelle vite non ci sono più possono rimanere tra noi attraverso la condivisione di quello che abbiamo vissuto insieme a loro.
Ho un milione di cose nella mente e nel cuore ma basta così. Andremo avanti ritrovandoti nel senso dell’agire e dello stare al mondo.





Un dolore immenso la scomparsa di Mimmo! Amico fraterno unito a un rispetto reciproco unico! Lo rimproverai quando lascio’ “il posto sicuro”… xke non ne capii le motivazioni. Tutto mi apparve più chiaro quando il caso volle che a Roma sua collaboratrice divenne mia cognata (i casi della vita!) e lei mi parlò della grandezza umana e professionale di Mimmo che qui a L’Aquila e in ospedale non avrebbe mai potuto dimostrare… Va via un fratello, un amico, un “elegante” Signore. Ti abbraccio Mattia con l’affetto che sai!