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AMBIENTE: DALLA TUTELA DEI MONTI DI PREZZA DEL 2005 ALLA CAVA VELOCE DELL’ULTIMA AMMINISTRAZIONE

Ribaltone del 2022 a Prezza: dalla tutela del 2005 alla cava “veloce” dell’Amministrazione Scoccia


di Marco Alberico 

Uno spettro si aggira sulla Località “San Cosimo” nel Comune di Prezza: il progetto di una cava su terre gravate da uso civico. La storia, complessa e lunga, si arricchisce di nuovi capitoli amministrativi che sollevano perplessità sulle priorità politiche-amministrative riguardati gli interessi collettivi da parte dell’Ente Comunale, specialmente sotto la guida dell’attuale Amministrazione comunale. Gli atti della Regione Abruzzo, Dipartimento Agricoltura, Servizio Foreste e Parchi, Ufficio Usi Civici e Tratturi (Determinazione n. DPD021/105 del 20 febbraio 2025 e Integrazione n. DPD021/277 del 09 aprile 2025), autorizzano il Comune di Prezza a mutare temporaneamente la destinazione d’uso e a concedere le terre civiche alla Ditta Mineraria Abruzzese S.r.l.

Il giano bifronte amministrativo: la revoca e riattivazione dell’Amministrazione Scoccia

Il cuore della criticità risiede nel percorso decisionale del Comune di Prezza, che ha subito una netta inversione di rotta coincisa con l’attuale Sindacatura. Inizialmente, nel 2005, pur avendo ricevuto un’autorizzazione regionale (Ordinanza Dirigenziale n. DH7/496/USI CIVICI del 21 maggio 2001), il Comune, con Deliberazione consiliare n. 44 del 29 dicembre 2005, decideva di non dare seguito alla procedura per la concessione ai fini estrattivi alla Società Cave Carbonato Calcio S.r.l. Una scelta di tutela del territorio confermata da una sentenza di rigetto n. 29 del 23 gennaio 2014 del TAR Abruzzo, emessa a seguito dei ricorsi amministrativi presentati dalla Società.

Successivamente vi è stata la svolta improvvisa nel 2022 sotto la Sindaca Marianna Scoccia: con Deliberazione di Consiglio Comunale n. 29 del 07 ottobre 2022, il Comune revoca la precedente Deliberazione n. 44 del 2005 e dispone la riattivazione del procedimento a favore della Ditta Mineraria Abruzzese S.r.l., nella qualità di incorporante la C.C.C. S.r.l. Non solo, la linea politica viene confermata e ampliata con la Deliberazione consiliare n. 19 del 28 novembre 2024 che ha chiesto alla Regione Abruzzo il mutamento di destinazione d’uso del terreno riportato in catasto al foglio 10, particella n. 346/parte per la superficie di mq. 62.730 e, in aggiunta, della particella n. 249 per l’intera estensione di mq. 5.080. La Ditta Mineraria è la beneficiaria della concessione.

Questo triplo passo amministrativo (rifiuto del 2005, revoca e riattivazione del 2022, ampliamento del 2024) evidenzia una gestione discontinua e politicamente non coerente di un bene di uso civico, che per sua natura dovrebbe essere tutelato nell’interesse esclusivo della collettività.

Prezza: la questione del confronto concorrenziale e la scadenza della concessione

Un altro punto dolente è la mancata esecuzione di una procedura ad evidenza pubblica per la concessione. L’Ufficio regionale Usi Civici aveva chiaramente evidenziato la necessità di un “confronto concorrenziale per l’individuazione di tutti i soggetti potenzialmente interessati e per il conseguimento del massimo utile per l’universitas civium“. Il Comune di Prezza ha sostenuto le sue ragioni per il mancato espletamento della procedura, anche in relazione all’autorizzazione CCR-VIA già ottenuta.

La Regione, pur autorizzando il Comune a procedere, ha scritto nero su bianco che il Comune si deve assumere ogni responsabilità in merito alla “modalità con cui è stato scelto l’operatore economico per determinare l’offerta economicamente più vantaggiosa per i ‘cives’ locali“, demandando al Comune stesso ogni verifica e autorizzazione, eccetto quelle per la concessione della disponibilità delle terre civiche.

Passando all’Integrazione Determinazione Dirigenziale Regionale n. DPD021/277 del 09 aprile 2025, la quale stabilisce un termine per la stipula dell’atto di concessione: il Comune ha l’obbligo di stipulare l’atto di concessione entro due anni a decorrere dalla data di ricevimento della determinazione. Eventuali richieste di proroga, motivate, dovranno pervenire al competente Servizio Regionale tre mesi antecedenti la scadenza prevista.

Tirando le somme, l’attuale Amministrazione di Prezza ha disatteso un precedente blocco quasi ventennale e ha riattivato e ampliato un procedimento di concessione su terre civiche. Il beneficio collettivo derivante dall’attività, che è l’unico parametro che giustifica il mutamento d’uso, non è stato massimizzato attraverso un’asta o un confronto concorrenziale.

Il Comune è obbligato a imporre al concessionario, tra gli altri punti, il pagamento di un canone annuo minimo garantito e, in caso di risoluzione anticipata o a fine concessione, il ripristino dello stato dei luoghi, risanato da un punto di vista ambientale. Deve inoltre prevedere nell’atto di concessione tutte le garanzie concernenti gli oneri di restituzione e/o le modalità di ripristino dei siti, come previsto dall’art. 41 del R.D. n. 332/1928. Il Comune deve anche reinvestire i proventi derivanti dalla concessione secondo l’art. 5 della L.R. n. 3/98.

Considerando che il territorio peligno è già gravemente vessato da opere ad alto impatto ambientale, si pensi alla SNAM e alla discarica Cogesa di Noce Matei, la domanda che emerge è: quanto vale la pena di rischiare un’ulteriore compromissione con un’opera come una cava?

L’interrogativo cruciale resta se il Comune riuscirà a stipulare l’atto entro la scadenza dei due anni e se gli obblighi stringenti di ripristino e le garanzie ambientali saranno davvero sufficienti a salvaguardare l’interesse della comunità di Prezza e del suo territorio. La priorità e la garanzia del nostro futuro sanitario ed economico devono essere l’ambiente e la sua tutela.

Un commento su “AMBIENTE: DALLA TUTELA DEI MONTI DI PREZZA DEL 2005 ALLA CAVA VELOCE DELL’ULTIMA AMMINISTRAZIONE

  • Gli obblighi e le garanzie non sono mai state rispettate, basta guardare il Cogesa e la sua discarica, dove non succederà di sicuro visto lo stato in cui si trova.
    Se poi mettiamo in conto i vari inciucci dei coniugi al potere a Prezza e non solo, vedo solo problemi e scempi.
    Potrebbe anche essere che in comune sappiano che c’è bisogno di un’eventuale nuova discarica molto presto visto che a Sulmona è piena e malfunzionante.
    Tutto è possibile con certa gente.

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