COGESA, UNA STORIA CHE PUZZA: IL PD ACCENDE I RIFLETTORI SULLA CRISI DEL SETTORE RIFIUTI IN ABRUZZO
SULMONA, 25 ottobre – Il sistema dei rifiuti in Abruzzo vive una fase di profonda incertezza, tra ritardi, mancate riforme e impianti ormai obsoleti. A fotografare la situazione è stato il Partito Democratico di Sulmona, che ha promosso un incontro pubblico dal titolo emblematico “Cogesa, una storia che puzza!”, nell’ambito del ciclo Le Agorà nel Centro Abruzzo.

L’iniziativa, ospitata a Spazio Pingue, ha registrato un’ampia partecipazione di cittadini, amministratori, lavoratori e rappresentanti sindacali, segno di una crescente preoccupazione per le sorti dell’azienda pubblica Cogesa e, più in generale, per il futuro della gestione dei rifiuti nel territorio peligno.
Tra i relatori sono intervenuti Michele Fina, senatore e tesoriere nazionale del PD; Antonio Di Santo, sindaco di Opi e componente del consiglio direttivo di Agir; e Guido Angelilli, capogruppo di Rinnovamento al Comune di Pacentro. In collegamento video è arrivato anche Franco Gerardini, già parlamentare e dirigente del settore Rifiuti della Regione Abruzzo, che ha offerto un contributo tecnico sulla normativa e sulla situazione gestionale della filiera.
Una crisi strutturale che parte da lontano
Durante il dibattito, è stato ricordato come la riforma regionale del 2013 sulla gestione dei rifiuti sia rimasta incompiuta. Molte delle azioni previste non sono mai state attuate, e il Piano Regionale dei Rifiuti è ancora in fase di aggiornamento. Il risultato – secondo i partecipanti – è una regione in ritardo sia sul piano impiantistico che su quello gestionale, con conseguenze dirette sulla qualità dei servizi e sull’ambiente.
Il “caso Cogesa” è diventato il simbolo di questa impasse. L’azienda, che per anni ha rappresentato un modello di gestione pubblica condivisa, negli ultimi tempi ha attraversato una crisi profonda, aggravata – si è detto – da “una gestione muscolare, condizionata da logiche politiche più che da scelte industriali”.
Le relazioni della Corte dei Conti del 2023 e del 2025 hanno descritto un sistema bloccato, incapace di correggere le proprie inefficienze.
Il nodo Sulmona e il rischio per l’azienda
La recente delibera del Comune di Sulmona, che ha dato indirizzo per una gara pubblica nel settore, è stata definita dal PD “un atto contraddittorio”: da un lato il Comune è socio rilevante di Cogesa, dall’altro sembra voler prendere le distanze, una scelta che – secondo i democratici – rischia di mettere a repentaglio la stabilità dell’azienda.
“Serve un cambio di passo – ha dichiarato la segreteria cittadina del PD –. È necessario garantire la trasparenza delle decisioni, la chiarezza delle responsabilità e un piano serio per rilanciare Cogesa, tutelando i lavoratori, i cittadini e la salute pubblica”.
Ambiente e salute al centro del confronto
Molti interventi hanno sottolineato che la crisi di Cogesa non è soltanto economica o industriale, ma anche ambientale e sanitaria. La mancanza di programmazione e investimenti adeguati, si è detto, potrebbe compromettere la qualità della vita e la salubrità del territorio.
L’incontro si è concluso con l’annuncio della proposta di istituire un tavolo permanente dedicato alla crisi Cogesa, per affrontare in modo condiviso e costruttivo le criticità del sistema.
Un primo passo – ha spiegato la segreteria del PD – verso un percorso di ascolto e partecipazione che proseguirà nei prossimi mesi, toccando anche altri temi chiave per lo sviluppo, la coesione sociale e la sostenibilità del Centro Abruzzo.




Questi sono fuori di testa !
Non sono in contatto con la realtà o i fatti.
Avvelenamento ambientale, cancri in crescita, puzze insopportabili e continue, illegalità certificate, sindacati inutili e politicizzati e magistratura/procura/corte dei conti che tirano le orecchie ai delinquenti colpevoli degli scempi ambientali e amministrativi.
Ascolto e partecipazione dovevano essere fatti anni fa’.
Solo una rivoluzione risolverebbe i problemi odierni.
Ancora tavoli?
No grazie.
Esposti (anche condivisi) per la tutela del territorio.
Vediamo la giunta che ne pensa e se le prime donne intervengono o se guardano dal balcone.
Inoltre puntare a chiudere la discarica che comunque inquina e la corte dei conti dice il resto sulla gestione.