ABUSI E RICATTI SULLA 12ENNE: IL PROCURATORE D’ANGELO “ABBIAMO PERSO TUTTI”
Abusi e ricatti su una minorenne: tre giovani arrestati a Sulmona La vicenda scoperta dai carabinieri dopo un’indagine complessa. Il procuratore D’Angelo: “Una storia che semina dolore, in cui tutti perdono”
SULMONA, 25 ottobre – Dietro la porta di una quotidianità apparentemente tranquilla, si consumava un dramma fatto di violenza, paura e silenzio. Una minorenne è stata vittima di abusi e ricatti da parte di tre giovani, due dei quali non ancora maggiorenni. Dopo mesi di indagini condotte dai carabinieri della Compagnia di Sulmona, coordinati dal maggiore Toni Di Giosia, la vicenda è arrivata a una svolta ieri, con l’esecuzione di tre misure cautelari in carcere.
I provvedimenti sono stati emessi dal Tribunale per i minorenni dell’Aquila e dal Tribunale distrettuale del capoluogo, su richiesta delle rispettive Procure. I tre indagati – un maggiorenne e due minori – sono accusati, a vario titolo, di violenza sessuale aggravata, produzione e diffusione di materiale pedopornografico e atti persecutori.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, la ragazzina sarebbe stata costretta a subire rapporti sessuali sotto minaccia di rendere pubblici alcuni video registrati con i telefoni cellulari. Gli episodi sarebbero avvenuti in momenti diversi tra il 2023 e il 2025. Le immagini e le conversazioni sequestrate hanno confermato la versione fornita dalla vittima, che ha avuto la forza di raccontare tutto agli investigatori e di collaborare pienamente alle indagini.
La minore è ora seguita da specialisti e da un centro antiviolenza, impegnati a sostenerla nel percorso di recupero e protezione.
Le indagini, tuttora in corso, hanno portato al sequestro dei dispositivi elettronici dei tre giovani, da cui sono emersi diversi filmati e tracce digitali. Gli investigatori stanno ora lavorando per individuare ulteriori soggetti coinvolti nella diffusione del materiale.
Il procuratore della Repubblica di Sulmona, Luciano D’Angelo, ha sottolineato la gravità della vicenda, ricordando come si tratti di una storia che “semina dolore e lascia ferite profonde anche dal punto di vista culturale”.
“In casi come questo – ha dichiarato – non ci sono vincitori. Non abbiamo catturato dei pericolosi criminali, ma individuato ragazzi che hanno commesso atti gravissimi. È una vicenda in cui tutti perdono.”
Parole di solidarietà e di sostegno sono arrivate anche dall’avvocata che assiste la minore, Maria Grazia Lepore, che ha ringraziato gli inquirenti per il lavoro svolto e ha auspicato “una giustizia che aiuti a comprendere la gravità dei comportamenti e a riflettere sulla cultura del rispetto, soprattutto tra i più giovani”.
Un’inchiesta che scuote e interroga l’intera comunità, ricordando quanto sia importante la prevenzione, l’ascolto e la protezione dei più fragili, in un tempo in cui anche uno smartphone può trasformarsi in uno strumento di violenza.



