VIRUS INTESTINALI: I NUOVI GUARDIANI INVISIBILI DELLA NOSTRA SALUTE
A cura del Prof. Maurizio Proietti
Sono trilioni, non li vediamo e non li sentiamo, ma vivono all’interno del nostro organismo, soprattutto nel nostro intestino. Per anni li abbiamo considerati nemici, associandoli solo a infezioni e malattie. Oggi, invece, la scienza sta riscrivendo la loro storia: i virus intestinali, più numerosi degli stessi batteri, potrebbero essere alleati fondamentali nella lotta contro infiammazioni croniche, disturbi metabolici e persino tumori.
Uno studio pubblicato su Precision Clinical Medicine [1] da un gruppo di ricercatori dell’Università Sun Yat-sen in Cina ha analizzato centinaia di lavori sul cosiddetto viroma intestinale, cioè l’insieme dei virus che popolano il nostro apparato digerente. Pur rappresentando appena lo 0,1% della massa microbica intestinale, questi virus sembrano agire come una centrale di controllo dell’intero sistema digestivo, regolando l’attività dei batteri e influenzando le nostre difese immunitarie.
I virus “buoni” dell’intestino
La gran parte di questi virus sono batteriofagi, ossia microscopici parassiti che infettano solo i batteri. È qui che nasce il primo paradosso: gli stessi virus che altrove provocano malattie, nell’intestino agiscono da regolatori del “traffico” batterico, mantenendo in equilibrio le popolazioni microbiche.
Alcuni ricercatori hanno confrontato i profili virali di persone sane con quelli di pazienti affetti da malattie infiammatorie intestinali e da tumore del colon-retto. Hanno scoperto che, quando il viroma si sbilancia, alcune famiglie di virus crescono in modo eccessivo mentre altre quasi scompaiono. Questo squilibrio può favorire infiammazione e alterazioni del sistema immunitario. Al contrario, un equilibrio stabile tra virus e batteri contribuisce a mantenere sano l’intestino e a prevenire disturbi più gravi.
In altre parole, il viroma intestinale non è un semplice ospite, ma un attore attivo che modula la risposta immunitaria, l’infiammazione e perfino l’efficacia di terapie come il trapianto di microbiota fecale, l’uso di probiotici o la terapia fagica, che impiega virus selezionati per eliminare batteri patogeni.
Un ecosistema che cambia con noi
Il nostro “patrimonio virale” non è statico, ma si modifica nel tempo: dall’infanzia alla vecchiaia, e risente dell’alimentazione, dell’ambiente e dello stile di vita. Chi vive in campagna e segue un’alimentazione ricca di fibre ha un viroma più vario e resiliente rispetto a chi consuma cibi industriali e poveri di nutrienti. Anche l’invecchiamento modifica la composizione dei virus intestinali, contribuendo a fragilità e infiammazioni legate all’età.
Dalla ricerca alla terapia: virus come farmaci di precisione
La parte più promettente di questi ultimi studi riguarda gli usi terapeutici. Nel trapianto di microbiota, i virus presenti insieme ai batteri sembrano potenziare l’efficacia del trattamento. Non è fantascienza. Alcuni integratori alimentari contengono “prebiotici”, sostanze che favoriscono la crescita dei batteri buoni. Anche la dieta può influenzare il viroma: un’alimentazione ricca di fibre, frutta e verdura favorisce virus “amici”, mentre un eccesso di grassi e zuccheri può alterare il delicato equilibrio intestinale.
Il ruolo del microbiota: un mondo dentro di noi
Ma per capire davvero l’importanza del viroma, dobbiamo fare un passo indietro e parlare di microbiota, l’enorme comunità di microrganismi (batteri, virus, funghi e protozoi) che vive in simbiosi con il nostro organismo.
La disbiosi, cioè l’alterazione di questo equilibrio, è stata associata a molte patologie, dalle malattie infiammatorie intestinali all’obesità, dal diabete di tipo 2 ai disturbi dell’umore, suggerendo l’esistenza di un vero e proprio asse di collegamento intestino-cervello.
La maggior parte del microbiota vive nell’intestino, ma colonie microbiche sono presenti anche sulla pelle, nella bocca, nei polmoni e nell’apparato genito-urinario. Quando si parla di microbiota si intende l’insieme dei microrganismi che convivono con noi; il microbioma, invece, è l’insieme dei loro geni. Ogni individuo possiede una flora unica, modellata da genetica, ambiente, dieta, farmaci, tipo di parto (eutocico, cioè normale, o cesareo) e allattamento (artificiale o al seno).
Il microbiota intestinale aiuta a scomporre nutrienti complessi, sintetizza vitamine (K e gruppo B), stimola le difese immunitarie e mantiene la barriera intestinale che ci protegge dalle tossine.
I consigli della nutrizionista per un microbiota in salute
Per sostenere questo ecosistema, la nutrizionista Valeria Blasi suggerisce alcune strategie concrete:
- Aumentare il consumo di fibre, carburante dei batteri buoni. Fonti ideali: frutta, verdura, legumi, cereali integrali, semi e noci.
- Preferire le fibre fermentabili (inulina, pectina, beta-glucani), che nutrono i batteri benefici come Bifidobacterium e Lactobacillus.
- Consumare alimenti fermentati – yogurt, kefir, crauti, kimchi, miso, kombucha – per arricchire la flora intestinale.
- Limitare zuccheri raffinati e cibi ultra-processati, che favoriscono i batteri pro-infiammatori.
- Integrare con prebiotici naturali, come aglio, cipolla, porri, asparagi, carciofi, avena e banana acerba.
- Usare antibiotici solo se necessari, evitando additivi che possono alterare il microbiota.
- Bere molta acqua, per mantenere l’intestino attivo.
- Varietà alimentare, perché più diversità c’è nel piatto, maggiore è la biodiversità microbica e la salute dell’intestino.
Verso una medicina “viromica”
Dalle ultime ricerche emerge una prospettiva affascinante: i virus non sono solo agenti di malattia, ma componenti intelligenti della nostra biologia. Se impariamo a conoscerli e a guidarli, potranno diventare strumenti terapeutici di precisione, capaci di eliminare i patogeni senza danneggiare i batteri “amici”.
Il futuro della medicina potrebbe così passare da una visione dei virus come nemici a una in cui diventano alleati microscopici, in grado di modulare il nostro ecosistema interno e contribuire al benessere complessivo dell’organismo. E come vedremo nel prossimo articolo, svolgeranno un ruolo importante nella prevenzione del cancro del colon.
Riferimenti bibliografici
[1] https://www.cell.com/cell-host-microbe/fulltext/S1931-3128(25)00287-2?_returnURL=https%3A%2F%2Flinkinghub.elsevier.com%2Fretrieve%2Fpii%2FS1931312825002872%3Fshowall%3Dtrue
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