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CIPPUTI NON CI LASCIARE

di Massimo di Paolo

È stato, tra i tanti, un amico  con cui riflettere, sempre discreto e attento; un’allegoria della  grande squadra dei lavoratori, sempre presente nelle battaglie ideologiche e reali. ‘Cipputi’, da vignetta a personaggio, nato e cresciuto dalla matita di Altan, strepitoso disegnatore e umorista. Ha rappresentato l’operaio simbolo di un’Italia instabile, durante tutto il periodo dell’industrializzazione, offrendo spunti di riflessione su amare realtà con una satira raffinata e intelligente. Cipputi, figlio della classe operaia sfruttata ma portatrice di una forte coscienza di classe, adesa ad una rappresentanza sindacale che ha dettato storia e politica industriale in Italia. 

Nel 2026 compirà cinquanta anni e per chi ha seguito le vicende italiane, o da radical chic o da membro di terza classe, tra scosse, instabilità e marginalizzazione dei ceti più poveri, sarà un momento di riflessione tra nostalgie, rancori e disillusioni. Sono i risvolti che accompagnano la comunicazione che tratteggia i fatti della storia, quelli che rendono personaggi comuni testimoni eroici. ‘Cipputi’ lo è diventato stando su carta, in bianco e nero e poi a colori, con il suo dire ironico, graffiante ma sempre ben adeso alla condizione frustrante e ambivalente a cui sono stati sottoposti migliaia di operai nei momenti dell’evoluzione economica ed industriale del nostro paese.  

Un compleanno che lo descrive invecchiato, forse un po’ vuoto e scolorito, in panchina ormai, sostituito dalle nuove forme di lavoro marginale e da nuovi sistemi di sfruttamento in un contesto sociale e di sviluppo dove l’isolamento, la tutela e la difficoltà del vivere hanno assunto aspetti e modalità molto differenziate con nuovi e diversi padroni. Cipputi ha chiesto aiuto al suo creatore, e la matita di Altan ha risposto prontamente affiancando il caro e vecchio operaio metalmeccanico con nuovi personaggi, nuovi eredi capaci di combattere con la satira, la derisione e il sarcasmo i portatori delle nuove ingiustizie.  Fattorini, rider, badanti, precari, addetti ai sistemi turistici, alle pulizie, sono solo alcuni dei “nuovi Cipputi” che sulle vignette ci parlano dello sfruttamento e delle nuove forme di lotta di classe. 

Un’ampia e nutrita mostra a Milano per preparare il compleanno dell’ideologo più cazzuto, simpatico e rivoluzionario d’Italia, nato nel 1976 e pronto a spegnere la sua prima candelina perché dopo 50 anni, di lui, ne abbiamo ancora tutti un estremo bisogno. 

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