FRANCO CICERONE. VENERDI’ IL RICORDO DEL PROGRESSISTA GALANTUOMO
L’AQUILA – La Fondazione “Abruzzo Riforme”, presieduta da Stefania Misticoni, venerdì prossimo (nella sede del Pd in Via Paganica, ore 18.00) renderà omaggio alla figura di Franco Cicerone. Un atto dovuto alla figura dell’uomo, del politico e dell’epoca che ha rappresentato da protagonista. Erano i tempi della classe operaia, per lo più metalmeccanici (Italtel) ed edili (traforo del Gran Sasso e cementificio Sacci in testa). Erano tempi in cui la lotta politica era anche signorilità, di grande rispetto tra Comunisti, Socialisti, Democristiani, Repubblicani, Socialdemocratici e Liberali. Erano tempi di grandi scelte per il futuro, con la nascita delle Regioni, e con un filo conduttore comune: l’assenza di volgarità e di urla tra gli attori politici in quel tempo che oggi comunemente chiamiamo Prima Repubblica. Nel contesto Franco Cicerone non ha mai operato come estremista della lotta politica. Era mite, colto, preparato, collaborativo e progressista nel senso nobile del termine. Ragionatore e interlocutore di prestigio con un gruppo di persone perbene, quali Federico Brini, Alvaro Iovannitti, Nello Mariani, Elena Marinucci, Vittorio Giorgi, Italo Grossi, Luciano Fabiani, Marisa Baldoni, Enzo Lombardi, Giuseppe Placidi, Marcello Verderosa, Carlo Iannini, Tullio De Rubeis, Antonio Centi, Vittorio Agnelli e altri ancora. Era un tempo di grandi lotte operaie e contadine, ma anche un tempo di ragione e di passione pura. Epoca di conquiste sociali, con le donne che si affacciavano alla vita politica con grande dignità e ricchezza di idee. Franco Cicerone, quindi, come maestro di stile, di grande rispetto per gli avversari e dalle giuste pulsioni progressiste. Valori che sono sbiaditi nel tempo, ma che sta diventando necessario far riemergere in un contesto politico dove l’offesa, il dileggio, il disprezzo per l’avversario sono prassi quotidiana in un contesto in cui la città dell’Aquila si sta riducendo ad un gioiello architettonico senza anima né prospettiva per il futuro. Muri e pietre senza vita, dove l’arroganza e la violenza sociale di strada fanno da manifesto ad una apparentemente inarrestabile decadenza.
Giosafat Capulli



