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ECOSISTEMA URBANO DA INCUBO: IL SILENZIO DEL SINDACO BIONDI

di Paolo Romano
L’Aquila, segregata tra immobilismo e autocelebrazione, si colloca al 78° posto sui 106 capoluoghi di provincia e risulta ultimo tra i quattro d’Abruzzo: i dati della classifica Ecosistema Urbano 2025 parlano chiaro.
Il punto politico non è contrapporre l’ecologia allo sviluppo, ma avere la capacità politico-amministrativa di tradurre il capitale ambientale che abbiamo, e che è innegabile, in servizi efficienti, accessibili e misurabili.
La nostra città “respira ancora bene” per l’estensione territoriale, la presenza di vaste aree naturali e non da ultimo per la qualità del verde, ma il verde urbano realmente accessibile al cittadino è discontinuo e poco funzionale. Le alberature per abitante restano sotto la media nazionale, contribuendo alla formazione di isole di calore sempre più diffuse nei quartieri centrali e periferici. Concetti detti e stradetti che hanno destato l’ilarità nei ciechi sostenitori di questa amministrazione. Ora queste riflessioni diventano dati, incontrovertibili e tristi, tristissimi, per quei cittadini che provavano a disvelare la realtà.
Inoltre:
Le piste ciclabili coprono appena 13–15 km, contro una media nazionale di circa 40 km, con tratti frammentati e poco funzionali alla mobilità quotidiana.
Il dato è ancora più deludente se si considerano i fondi ancora fermi a disposizione e gli investimenti sulle biciclette elettriche che chiaramente non costruiscono da sole una rete ciclabile continua, sicura e integrata. Rimangono a terra solo le strisce gialle “promiscue”, oramai sbiadite, del post covid che pure si sono spacciate per valida soluzione all’inconsistenza politica e amministrativa.
Le Zone a Traffico Limitato (ZTL) non sono nemmeno valutate (voto n.d.), segno evidente che è ridicolo oramai anche ribadire una urgenza di programmazione.
La raccolta differenziata ci colloca all’81° posto, confermando le difficoltà strutturali nella gestione dei rifiuti e l’insufficienza degli investimenti sull’ASM di cui parlo da anni. La crisi di liquidità della società, oramai arrivata al capolinea per un disegno politico ben preciso, si riflette sulle assunzioni e sulla qualità dei servizi pagati – tra l’altro – al massimo dai cittadini.
E per fortuna che non si parla della qualità della viabilità cittadina altrimenti ci avrebbero retrocessi direttamente senza neanche giocare il campionato. Il sindaco commenterà? Più facile nascondersi dietro ai video celebrativi del prossimo festival della Montagna.
Mi ripeto a beneficio di tutti: L’Aquila è segregata tra immobilismo e autocelebrazione.

 

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