REGIONE ESCLUDE. L’AQUILA NELL’IMMONDIZIA. MA IL COMUNE NON COMUNICA
L’AQUILA – Stavolta, la macchina della comunicazione del sindaco dell’Aquila pare essersi inceppata: stamane, non ci sono post dedicati alla pubblicazione del rapporto Ecosistema urbano 2025, la “fotografia” ambientale dei 106 capoluoghi di provincia italiani curata da Legambiente in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ore. Alla base della classifica vi sono 19 indicatori distribuiti in cinque aree tematiche assai importanti: aria, acque, rifiuti, mobilità e ambiente. Sarà stata una distrazione del nutrito team di comunicazione voluto dal sindaco, a meno di non voler pensare che si sia scelto di non comunicare l’esito del rapporto visto che la città dell’Aquila è precipitata al 78esimo posto su 106 capoluoghi, malinconicamente ultimo capoluogo di provincia in Abruzzo, perdendo altre 3 posizioni rispetto al 2024. Sta di fatto che alcuni parametri – di diretta competenza dell’amministrazione – sono desolanti: L’Aquila è al 96esimo posto per dispersione idrica, tra le peggiori città in Italia, all’81esimo posto per capacità di raccolta differenziata, al 60esimo posto per passeggeri del trasporto pubblico locale (a dire dell’efficienza del servizio), un dato sconfortante che fa il paio con il 104esimo posto, penultimi in Italia, per tasso di motorizzazione, per utilizzo cioè delle automobili da parte dei cittadini. Per ciò che attiene la presenza di piste ciclabili, siamo al 92esimo posto tra i capoluoghi italiani. E che dire dell’uso efficiente del suolo, e cioè il trend del consumo suolo/residenti e del livello di urbanizzazione rispetto al numero di residenti: L’Aquila è al 95esimo posto tra i 106 capoluoghi, così come è al 95esimo posto per numero di alberi rispetto agli abitanti (e se ne continuano a tagliare per realizzare parcheggi…), all’85esimo posto per isole pedonali, al 68esimo posto come trend rispetto al consumo di suolo. Una fotografia che racconta una città che va in direzione ostinata e contraria rispetto alle sfide poste dal cambiamento climatico, in direzione ostinata e contraria rispetto alla sfida di rendersi sostenibile, accessibile e, soprattutto, abitabile per le cittadine e i cittadini. E se non fosse per alcuni parametri che, per fortuna, premiano la nostra città, e che poco hanno a che fare – guarda caso – con le politiche pubbliche, il posizionamento dell’Aquila sarebbe persino peggiore: possiamo beneficiare, ancora, di un’ottima qualità dell’aria, e di una ricchezza di spazi verdi rispetto al numero degli abitanti.
Per il resto, la fotografia ambientale scattata alla città è a tinte foschissime.




E mandano la loro spazzatura a Sulmona, tutta indifferenziata chiaramente contro la legge, e la gettano nella discarica Cogesa.