Dalla regione

PESCARA. CARENZA DI PARCHEGGI E MULTE: IL COMUNE SI ATTIVI

di Giancarlo Odoardi*

Il Consiglio di Stato – con sentenza n. 7353/2025 deposi­tata il 17 settembre scorso – ha confermato la legittimità dei regolamenti comunali che vietano di legare biciclette e motocicli a pali, cancellate o altre strutture pubbliche non destinate al parcheg­gio (tra i pali suppongo ci siano anche agli alberi). La decisione riconosce ai Comuni la possibilità di sanzionare tali comportamenti nell’ambito della tutela del “decoro urbano”. Le multe previste possono arrivare fino a 800 euro nei casi più gra­vi.

Provo a leggere in filigrana la notizia: mentre la sentenza conferma che i divieti contenuti nei regolamenti comunali sono legittimi, secondo il Codice della Strada, emerge il problema della carenza di parcheggi adeguati per le biciclette. Che poi il fatto che questo sia un problema di decoro urbano, e non invece di mobilità, apre ampi spazi di riflessione.

Prendo spunto da tale notizia per accendere un riflettore su una situazione emblematica e che trova numerosi riferimenti in molte zone della mia città.

Incrocio Via Marconi – Via Tommaso da Celano, durante una giornata feriale: basta guardarsi intorno e si capisce che c’è qualcosa che non va. Un ben numero di biciclette sono attaccate ai pali e agli alberi, mentre di stalli dedicati non c’è traccia. Se dovesse essere applicata la norma (e qualche anno fa è accaduto a seguito dell’applicazione dell’Ordinanza dirigenziale n° 184 del 15/06/2021 del Settore mobilità edilizia scolastica e verde, con oggetto: Riviere cittadine. divieto di pargheggio dei velocipedi sui marciapiedi, fuori dagli appositi stalli/ rastrelliere, in vigore fino al 2026), questi mezzi potrebbero essere rimossi e multata la proprietà (nel momento del possibile ritiro presso un deposito, perché diversamente è difficile comminare una multa visto che le due ruote non hanno targa).

Ma per evitare tale eventualità, non si dovrebbe uscire in bici, e quindi andare a piedi, prendere un mezzo o l’auto. Non so quanto questa possa essere considerata una condizione auspicabile, specialmente in caso di sostituzione con l’auto.

Nel frattempo succede che sul lato sud di via Tommaso da Celano, in prossimità dell’incrocio con via Marconi, il marciapiede sia abbastanza largo, tanto che quasi sempre vi sono automobili parcheggiate, anche più di una, e spesso le auto debordano sull’attraversamento pedonale, fin sullo scivolo.

Di fronte, tra il lato sud di via Corradino d’Ascanio e via De Nino, c’è una piccola formazione boschiva. Si, un’area verde, con alcuni alberi, che però viene utilizzata come parcheggio auto, come se tale funzione fosse normale e soprattutto legittimata.

Va aggiunto che all’angolo del bar, lato monte, nonostante la segnaletica, e il divieto imposto dalle norme del codice della strada, le auto sostano con regolarità, anche in più file.

Per ridare dignità e decoro a certi luoghi pubblici e restituire la giusta funzione agli spazi richiamati, oltre che agevolare gli utenti della strada a non commettere infrazioni, a partire da chi usa le due ruote, si potrebbero agevolmente mettere in atto alcune semplici azioni, quali:

  • aggiungere pochi parapedonali, anche collassabili, a contorno dei marciapiedi ovvero delle aree interdette alle auto, per impedirne l’accesso e la sosta (lì dove vietato dal CdS);
  • sistemare una rastrelliera, modello ad archetto, in concomitanza dell’ampliamento del marciapiede richiamato (10 stalli  possono ospitare 20 biciclette): in tal modo tutti gli alberi e i pali intorno sarebbero liberati;
  • sarebbe oltremodo interessante verificare la possibilità di sistemare stalli al posto di qualche parcheggio auto (in due posti auto entrano 20 biciclette), per togliere spazio alle auto e non ai pedoni;
  • una tettoia di riparo delle bici dalla pioggia sarebbe molto gradita a cicliste e ciclisti, magari dotata di un piccolo impiantino fotovoltaico o un banale prato pensile sul tetto (esistono tanti esempi);
  • un pannello informativo sarebbe utile per completare utilmente l’opera.

Potrebbe essere il primo intervento di riqualificazione urbana di strada, con bassissimo costo ma con alta efficienza, soprattutto democratica.

*Esperto promotore mobilità ciclistica (EPMC)

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