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SICUREZZA IN CITTA’. IL PD RICORDA A BIONDI CHE GOVERNA DA 8 ANNI

L’AQUILA – Giusto un anno fa, era il settembre del 2024, il sindaco dell’Aquila, a seguito dell’ennesimo grave fatto di cronaca in centro storico, si lanciava in uno sfogo sguaiato parlando di “effetti nefasti della teoria immigrazionista” e scaricando le responsabilità, genericamente, “sulla sinistra”. Poi, prometteva interventi immediati e, in particolare, una stretta sui capitolati comunali per l’accoglienza, l’installazione di 1000 telecamere in centro storico, l’intensificazione dei controlli d’intesa con la Prefettura.

Se non fosse che, fino a qualche settimana prima, lo stesso sindaco – dinanzi alle preoccupazioni della città – ribadiva come L’Aquila fosse tra le città più sicure d’Italia.

Da allora, sono passati esattamente 12 mesi. E a seguito dell’ultimo fatto di cronaca in centro storico, il sindaco si lancia in un nuovo, surreale, sfogo sguaiato, usando – in una intervista al quotidiano Il Centro – le stesse parole di un anno fa, parlando, di nuovo, di ‘teorie immigrazioniste’ della sinistra e promettendo, di nuovo, gli stessi interventi di allora scaricando parte delle responsabilità sul sistema d’accoglienza dei cittadini stranieri sebbene l’assessora Tursini, in Commissione consiliare, abbia ribadito come la situazione in città, da questo punto di vista, fosse virtuosa ed elogiando, nello specifico, il lavoro delle case famiglia.

Evidentemente, le parole di Biondi sono parole in libertà. La verità è che la destra è al governo della città dal 2017 e, in questi anni, abbiamo assistito ad una escalation di fatti di violenza che, all’Aquila, non si erano mai verificati. La verità è che L’Aquila è diventata una piazza di spaccio, con la presenza di organizzazioni criminali che si servono di gruppetti di giovanissimi migranti come manodopera a basso costo. Non si può continuare a far finta di non vedere ciò che accade al parco del Castello, nei vicoli bui e abbandonati del centro storico, a pochi passi dal luccicante asse centrale.

Altro che “immigrazionismo a tutti i costi”: questa destra non sa governare la città; in questi anni, Biondi ha abdicato completamente al suo ruolo di sindaco, occupandosi solo e soltanto dei grandi eventi finanziati con milioni e milioni di fondi pubblici e dimenticando il governo del territorio, mentre prova ad accreditarsi come figura politica nazionale assumendo incarichi su incarichi e viaggiando in lungo e in largo per ottenere un ‘posto al sole’ romano, quasi sempre assente da Palazzo Margherita.

Biondi, nell’intervista, ha addirittura il coraggio di parlare di Polizia locale, sebbene si ostini, da anni, puntualmente bastonato da Tar e Consiglio di Stato, a non nominare un Comandante indicando suoi dirigenti di fiducia, fino al punto di aver tentato di far svolgere la funzione, a scavalco, una volta a settimana, dalla Comandante di Ascoli Piceno.

Chiediamo a Biondi: come mai si ostina a non nominare un Comandante della Polizia Locale così come previsto dalle norme? E ancora, chiediamo al sindaco: oltre la propaganda su fumosi protocolli d’intesa, servono o no le forze dell’ordine per un maggiore controllo del territorio? E che fine hanno fatto le telecamere che, da 8 anni, viene promesso verranno installate in città?

Chiediamo ancora: come mai l’amministrazione ha completamente rinunciato a politiche di accoglienza capaci di offrire possibilità ai giovani migranti che, compiuti i 18 anni di età, vengono abbandonati a loro stessi? E che iniziative sta mettendo in campo la Giunta comunale per offrire possibilità di inclusione ai giovanissimi migranti ospiti all’Aquila delle case-famiglia?

A queste domande dovrebbe rispondere il sindaco dell’Aquila, invece di lanciarsi in accuse strampalate al centrosinistra. Che poi, vorremmo ricordare a Biondi che la normativa che disciplina l’immigrazione in Italia porta il nome di Bossi e Fini, che a smantellare il sistema Sprar, direttamente gestiti dal Comune tramite affidamento a realtà solide, che garantivano una accoglienza calibrata sul numero di abitanti, sostenibile, diffusa e controllata, è stata la destra che, sui migranti, ha fatto soltanto becera propaganda per anni favorendo forme di accoglienza in mano a privati, spesso improvvisati, non controllate e frammentate, senza tenere in considerazione il rapporto tra residenti e accolti. Ricordiamo che Fratelli d’Italia, al governo da più di due anni, era arrivata a promettere ‘blocchi navali’ in campagna elettorale: al contrario, la ricetta securitaria per la gestione dei flussi, affiancata alla presunzione di efficacia di misure inapplicabili, ha portato a uno dei peggiori risultati di sempre.

Invece di lanciarsi in accuse strampalate, e strumentali, il sindaco dell’Aquila porti avanti una battaglia politica seria, portando la questione sui tavoli ministeriali e chiedendo di ripristinare il sistema Sprar: lo faccia, in particolare, da presidente di Anci Abruzzo, se davvero non vuole utilizzare quel ruolo soltanto per una sua visibilità politica nazionale.

Tra l’altro, ricordiamo al sindaco che è rimasto completamente inapplicato l’ordine del giorno, votato oramai mesi e mesi fa all’unanimità dal Consiglio comunale su impulso delle opposizioni, e che lo impegnava, tra le altre cose, a garantire decoro, pulizia, illuminazione alle ampie zone del centro storico lasciate completamente al buio, nel completo degrado. Angoli di città, alcuni persino abitati, che Biondi fa finta di non vedere, impegnato com’è a pubblicare foto con gli artisti protagonisti degli eventi estivi. Un esempio, tra gli altri: lo stato di assoluto abbandono e degrado in cui è abbandonato il terminal di Collemaggio.

Oltre 40 milioni di euro impegnati per concerti e spettacoli, e zero risorse per le politiche di accoglienza e inclusione. Questa è la realtà. E la realtà, prima o poi, chiede il conto e squarcia il velo di propaganda che offusca L’Aquila da più di 8 anni.

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