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ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI: “MENTRE IL SINDACO SOGNA LA SULMONALAND, LA STORIA VA IN FRANTUMI”

“Quello che sta avvenendo a Case Pente resterà negli annali come il peggior crimine culturale ai danni della città di Sulmona.” Con queste parole, Mario Pizzola del coordinamento Per il clima Fuori dal fossile lancia un durissimo attacco contro la distruzione dei reperti archeologici nell’area dove la Snam sta realizzando la nuova centrale.

Secondo gli ambientalisti, la responsabilità non ricadrebbe soltanto sull’azienda, ma anche sul Ministero della Cultura, accusato di aver “consentito e continuare a permettere la distruzione di un irripetibile patrimonio archeologico” attraverso i propri organi territoriali.

Nel mirino anche il sindaco Luca Tirabassi, accusato di “sognare la Sulmonaland del futuro” – con stadi, centri commerciali e parcheggi – mentre “la storia e la cultura della città vanno in frantumi”. “All’ingresso della città – scrive Pizzola – invece dell’insegna Sulmona città d’arte andrebbe collocato un cartello con scritto Sulmona città senza arte né parte.”

Un sito di eccezionale valore

L’area di Case Pente, da secoli nota per i ritrovamenti di epoca romana e preromana, ha restituito negli ultimi anni reperti di grande importanza: oltre 40 capanne dell’Età del Bronzo, due necropoli con più di 120 tombe, strade romane, una villa di 15 stanze, un edificio termale e una fornace.
“Questi elementi – spiega Pizzola – confermano la presenza di un complesso strutturale unitario che avrebbe dovuto essere tutelato integralmente, come previsto dalla legge e dalla Convenzione europea per la protezione del patrimonio archeologico.”

Dal progetto Lafarge alla Snam

Nel 2008 la Soprintendenza archeologica regionale aveva già bloccato un progetto industriale della Lafarge Cementi nella stessa area, definendo Case Pente “uno dei complessi più importanti e inediti dell’area peligna”.
“Oggi invece – afferma Pizzola – alla multinazionale del gas tutto è permesso. Il profitto prevale sul bene comune.”

La proposta: un parco archeologico all’aperto

Il coordinamento proponeva di trasformare l’area in un museo a cielo aperto, seguendo l’esempio di Montale (Modena), dove la ricostruzione di un villaggio dell’Età del Bronzo ha attratto oltre 300 mila visitatori in vent’anni, diventando un modello di valorizzazione culturale e turistica.

“Tirabassi scenda dalla luna”

“La classe politica – conclude Pizzola – si mostra inetta e irresponsabile, permettendo che un patrimonio culturale di immenso valore venga ridotto a un campo di sterminio della storia.”
E rivolge un appello diretto al primo cittadino: “Sindaco Tirabassi, scenda dalla luna e guardi cosa sta accadendo a Case Pente. Le grandi opere sono già arrivate, ma non sono quelle che lei sogna: sono quelle che stanno dando il colpo di grazia a un territorio in coma.”

2 commenti riguardo “ALLARME DEGLI AMBIENTALISTI: “MENTRE IL SINDACO SOGNA LA SULMONALAND, LA STORIA VA IN FRANTUMI”

  • Le istituzioni e amministrazioni inadempienti ma guadagnanti hanno rovinato l’ambiente e stanno da anni avvelenando i cittadini.
    Non penso proprio che si assumeranno le responsabilità o il risanamento.
    Auguri a tutti noi.

    Risposta
  • Marcello Marafante

    Il marciume dei clan della partitocrazia, a cui abbiamo demandato la cosa pubblica, non ha più limiti. Né morali, né legali. Figurarsi cosa possa importare della cultura ad una classe dirigente becera e ignorante. Il presagio “Con la cultura non si mangia” tremontiano, pare poesia, rispetto agli scempi che sistematicamente e impunemente, devastano il nostro umiliato “Belpaese”.

    Risposta

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