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SINDACO, GO HOME!

di Luigi Liberatore
Ci sono stati uomini, nella storia, che con un loro gesto o con una scelta, oppure con un discorso hanno posto fine chi a un’epoca, chi a un periodo, altri alle proprie vicende politiche.
La via è lastricata di esempi e non sto qui ad elencarli perché potrebbe essere un cattivo canovaccio per la faccenda su cui mi preme riflettere e scrivere qualcosa. Alla fine di questo tentativo dirò cosa rappresenti per me scrivere rispetto al pensiero e alla riflessione.
Intanto vado avanti col dire che non sono rimasto sconcertato dal fatto che il sindaco di Sulmona, il convalescente Luca Tirabassi, abbia sollevato da assessore al Bilancio il giovane Alessandro Pantaleo, astro nascente della politica sulmonese. Era nell’aria visto il contrasto di idee intervenuto su una nomina, nemmeno tanto importante o significativa (revisore dei Conti o nuovo stadio che sia), il cui attrito nasconde ben altro che una semplice divergenza di vedute e crea un imbuto che risucchia entrambi.
Sia il sindaco che il disarcionato assessore, secondo il mio esile  parere, hanno in maniera anticipata posto termine alla loro esperienza politica per inadeguatezza il primo, per avventata e intempestiva ambizione il secondo. Entrambi per difetto scolastico. Però la vicenda non si esaurisce con l’atto di Luca Tirabassi che ha il sapore di risarcimento personale da un lato e di riaffermazione del potere dall’altro, ne’ col ritorno tra gli spettatori di Pantaleo, perché si fa avanti lo spettro delle elezioni anticipate.
Sapete perché dico questo? Perché nel Consiglio comunale, l’annuncio della revoca della delega all’assessore è stato accolto col silenzio da parte della maggioranza che avrebbe dovuto, invece, non esultare ma dire qualcosa. Il silenzio. Ecco. Non vado lontano dalla verità se dico che già dal giorno dopo la sua elezione a sindaco siano iniziate le manovre di accerchiamento (leggi coartazione) da parte della sua stessa coalizione che giocava al tavolo della politica (leggi spartizione) abusando della ingenuità di Tirabassi.
Provo ad immaginare il silenzio che da stasera circonda Luca Tirabassi politico, e perfino a leggere qualche linea di sollievo che deve certamente sostenerlo per essersi tolto un peso dallo stomaco. Il sindaco di “maggio”, come mi piace chiamarlo, mi pare rinfrancato ma non trovo motivi plausibili affinché il sorriso torni a splendere sul suo viso e se nel titolo gli dico go home non per offenderlo ma per ritenere che gli sia più congeniale il ritorno alla vita di tribunale che indossare il cilicio ogni mattina entrando in Comune.
Quello è il  territorio per chi gli sta già preparando le partecipazioni di fine mandato; e questo è il momento di fare un grande gesto anche come pretesa di offrire alla città un momento di storica riflessione.
Sindaco, go home. Hai avuto l’opportunità di svelare all’elettorato il grande inganno: non lasciarti sopraffare. Go home.
Ah, dimenticavo di dire perché scrivo. Perché è una dannazione dello spirito e pure una vanità, come quella di cui non sappiamo fare a meno quando ci abbandona il buon senso o il senso della ragione. Vale per me e vorrei azzardare pure per Tirabassi, almeno in questo caso.
I’m going home…

3 commenti riguardo “SINDACO, GO HOME!

  • esatto…

    ” go home”…..
    tutti ma….proprio tutti….a casa!!!!!

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    Risposta
  • C’e’ sempre l’opportunità di un governo di salute pubblica che farebbe il bene della città e male alle prime donne della vallata.
    Del resto se la maggioranza non parla è segno che hanno paura, molta paura.

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    Risposta
  • la vita degli impenitenti..

    il giornalista dice bene, ogni tanto : I’m going finally HOME.

    Risposta

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