MENSA SCOLASTICA CAOS AL DEBUTTO: IL SISTEMA DIGITALE NON FUNZIONA
Proposta: tornare al ticket come “biglietto d’ingresso” per i refettori
È partito con il piede sbagliato il servizio mensa gestito dal Comune. L’esordio, avvenuto ieri, ha mostrato subito le prime crepe: nella primaria Masciangioli circa un centinaio di bambini hanno potuto pranzare solo nel tardo pomeriggio, qualcuno addirittura alle tre, tra la rabbia e la preoccupazione dei genitori.
Al centro del problema c’è la piattaforma digitale di prenotazione, strumento pensato per rendere più efficiente il servizio ma che, nei fatti, si è trasformato in un ostacolo. Molti genitori non hanno provveduto a iscrivere i figli entro la scadenza del 2 settembre, nonostante i solleciti del Comune. A scuola, però, davanti a bambini affamati, non è possibile fare selezioni: così hanno mangiato anche coloro che non risultavano registrati. Il risultato? Più pasti serviti di quelli prenotati, con ritardi, disservizi e sprechi.
Si ripete così un paradosso: chi paga e si iscrive rischia di restare senza pranzo, mentre chi non versa la quota si accomoda regolarmente a tavola. Una situazione che mette in difficoltà le operatrici, impossibilitate a fare appelli o escludere bambini già seduti ai tavoli.
Un sistema da ripensare
Le criticità non si fermano qui:
- iscrizioni non effettuate o completate fuori tempo massimo;
- comunicazioni aggiuntive arrivate in ritardo;
- numero eccessivo di refettori, alcuni con pochissimi utenti (anche solo 6-15 bambini a pasto);
- orari non uniformi che obbligano a continui spostamenti con dispendio di tempo e costi;
- accesso incontrollato ai refettori da parte di utenti non registrati.
In questo quadro caotico, prende forza l’ipotesi di tornare al vecchio sistema del ticket cartaceo: un blocchetto di buoni pasto acquistato in anticipo dalle famiglie e consegnato giorno per giorno agli insegnanti. Una sorta di “biglietto d’ingresso”, proprio come avviene nei cinema o nei musei, che consentirebbe di avere contezza immediata del numero dei pasti, garantirebbe equità tra chi paga e chi no e permetterebbe anche al Comune – alle prese con bilanci sempre in rosso – di mettere al sicuro le proprie casse.
La collaborazione necessaria
Il servizio mensa, per funzionare, ha bisogno di collaborazione tra Comune, scuole, famiglie e la ditta erogatrice. Senza regole chiare e strumenti efficaci, il rischio è di continuare a vivere giornate di disservizi, con bambini costretti ad aspettare ore prima di poter mangiare.
Il ritorno al ticket, seppur meno moderno rispetto alla piattaforma digitale, potrebbe rappresentare una soluzione semplice, concreta e soprattutto giusta per tutti.



