PROCESSO PER L’INSEGUIMENTO ALL’ORSA BAMBINA
A giudizio un 63enne di Rivisondoli accusato di aver inseguito la femmina marsicana e il cucciolo a Roccaraso. Tre associazioni ammesse come parte civile.
È diventato un caso emblematico di tutela della fauna selvatica il processo aperto a Sulmona contro Giuseppe Cuomo, 63 anni di Rivisondoli, accusato di maltrattamento di animali per aver inseguito con la propria Renault Modus, il 27 giugno 2023, l’orsa marsicana “Bambina” e il suo cucciolo nel centro abitato di Roccaraso. L’episodio, immortalato in un video di circa un minuto poi diffuso sui social, avrebbe provocato secondo l’accusa uno stress grave e potenzialmente dannoso per i due plantigradi, appartenenti a una specie tra le più a rischio al mondo, con appena una sessantina di esemplari superstiti.
Il pubblico ministero contesta che l’inseguimento, durato alcune centinaia di metri lungo via Dante Alighieri, abbia sottoposto gli animali a “sevizie o fatiche insopportabili”, riducendone le energie e interferendo con il comportamento protettivo della femmina nei confronti del piccolo. Ammesse come parti civili tre associazioni: l’Associazione dei Consumatori e il Partito Animalista, rappresentati dall’avvocato Cristiano Ceriello, e il TAI (Tutela Animali Invisibili) di Teramo, assistito dall’avvocato Luca Carbonara.
A difendere Cuomo è l’avvocato Tania Liberatore, mentre a sottolineare il rilievo internazionale della vicenda è l’avvocato Cinzia Simonetti, che ha evidenziato come la sopravvivenza dell’orsa Bambina, giovane femmina che nel frattempo si è ulteriormente riprodotta, rappresenti un patrimonio non solo locale o nazionale, ma planetario.




Belve di razzaccia umana .Lasciate vivere in pace tutti gli animali che ,Dio ha voluto su questo mondo.Pena esemplare per chi li maltratta!