SANITÀ LA PROVOCAZIONE DEL CO.NA.RA.T.O.S.: “SULMONA E CENTRO ABRUZZO FUORI DALLA PROVINCIA DELL’AQUILA”
SULMONA. La sanità abruzzese continua a far discutere. Dopo le notizie diffuse sulla stampa riguardo al dissesto finanziario da 100 milioni di euro registrato nel 2024 – di cui quasi la metà addebitabile alla Asl 1 – e l’ulteriore crescita del disavanzo stimata per il 2025 in altri 92 milioni, interviene con toni durissimi il CO.NA.RA.T.O.S. (Comitato Nazionale di Rappresentanza e Tutela Operatori Sanità), presieduto dal dottor Antonio Santilli.
Il comitato punta il dito contro quelle che definisce “scellerate scelte gestionali”, dettate da logiche di potere, che avrebbero depauperato le strutture periferiche a vantaggio dei capoluoghi di provincia, in particolare L’Aquila. Un centralismo, denuncia il CO.NA.RA.T.O.S., che ha finito per “inabissare” l’elevata capacità assistenziale di presidi come Popoli e Sulmona, un tempo poli di riferimento anche extra-regionali.
“Sulmona aveva eccellenze, oggi disperse nel privato”
Il comitato ricorda come l’ospedale di Sulmona abbia espresso figure di prestigio nazionale, dai primari Geraci (ematologia e oncologia), Cavasinni (ortopedia), Aiello (oculistica), Mannella (urologia), Bascetto (pediatria), Pasqualone (radiologia e medicina nucleare) e Di Tommaso (epatologia). Professionisti che, respinte le loro domande di trattenimento in servizio fino a 70 anni, sono stati assorbiti dal privato, “a scapito della sanità pubblica”.
“Castel di Sangro e Sulmona non sono un unico ospedale”
Il documento smonta anche quella che viene definita una “illecita configurazione” dei presidi di Sulmona e Castel di Sangro come se fossero un’unica realtà ospedaliera. “La verità – afferma il comitato – è che Castel di Sangro è un presidio di area disagiata distinto da quello di Sulmona. Eppure l’organico medico del capoluogo peligno viene distolto per coprire i turni a Castel di Sangro, con danni per entrambi i presidi”.
Non mancano le frecciate al presidente dell’Ordine dei Medici della provincia, dottor Grimaldi, accusato di silenzio, e al sindaco di Castel di Sangro nonché presidente della Provincia dell’Aquila, che “non poteva che allinearsi a questa logica penalizzante per il Centro Abruzzo”.
L’appello al nuovo direttore generale
Con l’atto aziendale in fase di elaborazione, il timore è che i tagli possano aumentare. Per questo il CO.NA.RA.T.O.S. rivolge un appello al nuovo direttore generale della Asl 1, dottor Costanzi, affinché prenda le distanze da chi auspica il “definitivo de profundis della sanità nelle aree interne”.
La conclusione è un grido che suona come una provocazione politica e territoriale:
“Sulmona e il Centro Abruzzo fuori dalla Provincia dell’Aquila!”




Certo che leggere i nomi dei Primari del passato e confrontarli con quelli odierni in tutti i settori…..
Uscire dall’egemonia e accentramento di L’Aquila è la sola cosa sensata da fare per fare si che si rispettino i diritti delle aree interne.
Finalmente! Parole sante. Tra tantissimi sulmonesi serpeggia virulento e vigoroso il malcontento per la “matrigna” che continua a cannibalizzare i suoi simili. L’Aquila non è mai sazia di potere e visibilità a scapito delle altre città della provincia, tuttavia continua impietosamente a piangere miseria e ad arraffare tutto quello che le capita a tiro. Ben venga il CO.NA.RA.T.O.S. che si candida come il comitato cittadino promotore della SECESSIONE DI SULMONA E CENTRO ABRUZZO dall’AQUILA VAMPIRA. Cercherò il suo Presidente Santilli e gli darò il mio sostegno auspicando che anche tutti gli altri sulmonesi e peligni trovino il coraggio per farlo. UN ALTRO JAMM MÒ È POSSIBILE!!!
Condivido pienamente l’analisi fatta nell’articolo. Via dalla matrigna aquilana.
Abbiamo solo da guadagnarci
Da tanto che avremmo dovuto abbandonare il capoluogo di provincia.
Piu’ in basso di così!!!!