TRAFFICO ILLECITO DI REPERTI ARCHEOLOGICI: TRE CONDANNE E TRE PATTEGGIAMENTI
Dodici anni di reclusione complessivi inflitti dal Gup del Tribunale di Pescara, Giovanni De Renzis
PESCARA – Si è chiuso con sei verdetti il processo di primo grado sul traffico illecito di reperti archeologici che aveva coinvolto diversi residenti della Valle Peligna e di Popoli Terme. Il giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Pescara, Giovanni De Renzis, ha inflitto complessivamente dodici anni di condanne, con tre patteggiamenti e tre condanne definitive.
A patteggiare un anno di reclusione ciascuno sono stati Angelo Celli, Daniele Furlone – entrambi marsicani – e Massimo Giovanni, residente a Popoli Terme. Le condanne, invece, hanno riguardato Enio Del Boccio (4 anni e 3 mesi), Domenico Bezzi (3 anni e 4 mesi) e Guerino Del Boccio (2 anni e 1 mese). Tutti hanno scelto il rito abbreviato. Non è arrivato al processo Franco Del Boccio, inizialmente indagato, deceduto prima dell’avvio del procedimento.
L’inchiesta, avviata dai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale dell’Aquila, prese il via nell’agosto 2023, quando due imputati vennero sorpresi con metal detector tra l’area archeologica di Peltuinum e Popoli. Le successive perquisizioni nelle abitazioni portarono al sequestro di un vero e proprio tesoro: 518 manufatti archeologici, 19 strumenti di ricerca e pulizia e 459 monete antiche, tra cui un raro quarto di Carlino del Regno di Napoli.
Gli esperti del Ministero della Cultura hanno confermato il pregio storico dei reperti, attribuendoli a un’area dell’Italia centro-meridionale. Ulteriori accertamenti portarono inoltre al ritrovamento di altri 598 oggetti e 274 monete, di cui ben 250 autentiche, secondo la valutazione tecnica.
Nel 2024 la Procura di Pescara aveva notificato ai sette indagati l’avviso di chiusura delle indagini preliminari. Oggi il Gup ha tirato le somme, definendo le pene e mettendo un punto al primo grado di giudizio di un’inchiesta che ha svelato uno dei più consistenti



