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COLPI DI PISTOLA A SULMONA, SI INDAGA SUL MOVENTE

Tra le ipotesi un possibile regolamento di conti per questioni di droga. Indaga la squadra anticrimine del commissariato. La Procura apre un fascicolo. Attesa per la riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica

SULMONA – Sette colpi di pistola nella notte. Un portone crivellato dai proiettili, vetri in frantumi, bossoli a terra e sedici famiglie svegliate dal timore che nella loro palazzina possa essersi insediato un pericolo invisibile. È il bilancio dell’inquietante episodio avvenuto in via Del Cavallaro, dove, intorno alle due di notte, ignoti hanno esploso una raffica di colpi calibro 7.65 contro l’ingresso di un condominio.

Spari nella notte a Sulmona

L’attacco, avvenuto nel silenzio della notte, non ha provocato feriti, ma ha lasciato una scia di tensione e paura. I colpi – quattro contro il vetro del portone e tre contro la porta d’ingresso – sarebbero stati uditi da alcuni residenti, ma scambiati per fuochi d’artificio. Solo all’alba, quando i primi inquilini sono usciti di casa per recarsi al lavoro, si sono accorti dei fori provocati dai proiettili. È partita così la segnalazione alla polizia, che ha immediatamente attivato la macchina investigativa.

Le indagini: si scava nella sfera privata degli inquilini

Le indagini sono affidate alla squadra anticrimine del commissariato di Sulmona, diretta dal commissario capo Carmine Di Cato, in coordinamento con la Procura della Repubblica, che ha già aperto un fascicolo d’inchiesta. In queste ore gli agenti stanno procedendo a sentire, uno per uno, tutti i residenti del condominio – sedici famiglie in totale – per cercare di raccogliere informazioni utili e comprendere se qualcuno possa essere stato destinatario di minacce, avvertimenti o tensioni recenti.

Le ipotesi sul tavolo sono diverse, ma una pista inizia a prendere corpo con maggiore forza: quella del regolamento di conti legato al traffico di droga tra giovanissimi. In particolare, nel mirino degli autori potrebbe esserci finito un ragazzo noto agli investigatori, che – secondo fonti confidenziali – avrebbe avuto un ruolo centrale nella gestione dello spaccio in una zona della città. Non si esclude, però, l’ipotesi di uno scambio di obiettivo: la persona ricercata dai responsabili dell’intimidazione, infatti, potrebbe essersi trasferita da poco in un altro quartiere, lasciando al suo posto una palazzina ignara e vulnerabile.

I rilievi: perizia balistica sui bossoli

Sul posto è intervenuta la volante del commissariato insieme alla polizia scientifica, che ha effettuato i rilievi e recuperato sette bossoli calibro 7.65, ora sottoposti a perizia balistica. Gli accertamenti serviranno a stabilire se l’arma usata sia stata già impiegata in altri atti intimidatori avvenuti nel territorio. Inoltre, grazie alle moderne tecniche forensi, i bossoli potrebbero restituire impronte digitali o tracce di DNA, preziose per risalire all’identità degli autori.

Secondo quanto emerso, chi ha sparato si sarebbe introdotto a piedi nel cortile interno del palazzo, approfittando del fatto che il cancello d’ingresso, pur chiuso di notte, è facilmente scavalcabile. All’interno dello stabile non ci sono telecamere di sorveglianza, ma nelle prossime ore verranno acquisite le immagini dei sistemi installati lungo le arterie stradali della zona, nella speranza di individuare movimenti sospetti o veicoli in transito.

Clima teso tra i residenti: “Ora abbiamo paura”

Nel frattempo, la paura serpeggia tra i condomini, colti di sorpresa da un evento mai visto prima in un quartiere considerato tranquillo. “Non abbiamo mai avuto problemi qui, ora siamo tutti preoccupati – racconta una residente –. Nessuno ci aveva avvisati di situazioni a rischio. Sapere che qualcuno ha sparato contro casa tua è terribile”.

La politica si mobilita: oggi il vertice in Prefettura

Il caso è diventato rapidamente una questione di ordine pubblico. In giornata si riunirà a L’Aquila il Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica, presieduto dal prefetto Giancarlo Di Vincenzo, e convocato per affrontare anche l’episodio di via Del Cavallaro.

“Mi sono messo subito in contatto con il Prefetto – ha dichiarato il sindaco Luca Tirabassi –. Se da un lato il mantenimento del Tribunale consente di garantire presidi di legalità e maggiore sicurezza sul territorio, dall’altro è necessario implementare i controlli e affrontare con determinazione fenomeni come questo, che preoccupano la cittadinanza”.

Una presa di posizione che arriva anche in risposta alla sollecitazione del Partito Democratico, che nelle scorse ore ha chiesto un rafforzamento delle misure di prevenzione in città.

Una città che si interroga

Chi ha premuto il grilletto? Chi era il vero bersaglio? E perché? Le risposte, per ora, restano avvolte nel silenzio e nel timore. Ma una cosa è certa: chi ha agito sapeva bene cosa stava facendo. Il bersaglio non era casuale, dicono gli inquirenti. E ora Sulmona si trova a fare i conti con un senso di insicurezza che non le appartiene.

Le prossime ore potrebbero essere decisive per dare un volto e un movente agli autori dell’agguato notturno. Intanto, la città resta con il fiato sospeso.

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