
TAGLI ALLE RISERVE NATURALI: SINDACI IN RIVOLTA, CONVOCATI ANCHE POPOLI, RAIANO E VILLALAGO
Le riserve naturali abruzzesi subiscono un drastico taglio ai fondi: oltre un milione di euro in meno rispetto al 2023. A farne le spese sono alcuni dei luoghi simbolo della biodiversità regionale, come il Monte Genzana-Alto Gizio, le Gole del Sagittario, le Gole di San Venanzio, il Lago di San Domenico e le Sorgenti del Pescara. La notizia ha fatto scattare l’allarme nei territori coinvolti, dove i sindaci, già alle prese con risorse limitate, denunciano ora il rischio di abbandono per aree protette strategiche.
A dare voce al dissenso, saranno anche i primi cittadini di Popoli Terme (Moriondo Santoro), Raiano (Marco Moca) e Villalago (Fernando Gatta), convocati per giovedì prossimo a Palazzo dell’Emiciclo, all’Aquila, nella Commissione Vigilanza, insieme ad altri 14 sindaci di Comuni che gestiscono riserve naturali. A chiamarli in audizione è stato il presidente della Commissione, Sandro Mariani (PD), per fare chiarezza su una decisione che sta già accendendo un nuovo scontro politico in Regione.
Nel 2023 le riserve potevano contare su 1,93 milioni di euro, oggi il budget è crollato a poco più di 1,13 milioni. Di questi, ben 180mila euro sono stati sottratti per rafforzare il finanziamento dell’aeroporto d’Abruzzo. Una scelta che ha indignato l’opposizione e i rappresentanti dei territori montani, che lamentano l’ennesimo segnale di abbandono da parte della giunta regionale.
L’elenco delle riserve penalizzate è lungo: tra le più colpite, oltre a quelle già citate, figurano anche l’Abetina di Rosello, il Lago di Penne, la Pineta Dannunziana, la Riserva del Borsacchio e molte altre. A guidare la protesta è il consigliere regionale Alessio Monaco (Alleanza Verdi e Sinistra), che è anche sindaco di Rosello, paese custode dell’Abetina istituita nel 1997, ora a rischio per la mancanza di fondi.
Il Partito Democratico, con i consiglieri Dino Pepe e Antonio Blasioli, parla di “colpo mortale” alle riserve regionali, “già in grave sofferenza per carenza di personale e mezzi”. L’accusa è duplice: non solo la Regione ha tagliato i finanziamenti, ma non ha nemmeno saputo intercettare i fondi europei destinati alla biodiversità, pari a oltre 8,5 milioni di euro. “Si è scelto di privilegiare i parchi – attaccano Pepe e Blasioli – escludendo sistematicamente le riserve regionali, cuore pulsante della tutela ambientale abruzzese”.
Il PD minaccia ora un’azione dura: “Siamo pronti al blocco delle commissioni e del consiglio regionale. Non arretreremo di un millimetro. La maggioranza ha disatteso gli impegni presi in conferenza dei capigruppo appena quattro mesi fa. Pretendiamo il ripristino immediato dei fondi”.
A dover rispondere in commissione saranno l’assessore al Bilancio Mario Quaglieri (Fratelli d’Italia), l’assessore all’Agricoltura Emanuele Imprudente (Lega), e i dirigenti regionali Fabrizio Giannangeli ed Elena Sico.
Nel frattempo, nei Comuni colpiti, cresce la preoccupazione per le conseguenze dirette: niente manutenzione, stop alla promozione turistica, rischi per la conservazione ambientale. I sindaci, in prima linea da anni nella gestione delle aree protette, chiedono rispetto per il lavoro svolto e attenzione per il patrimonio naturale dell’Abruzzo, troppo spesso dimenticato nei bilanci regionali.
Sulmona 06.07.2025
La regione taglia I fondi? Via le regioni, le province, le comunità montane, i municipi sotto i 25000 abitanti vanno accorpati, una sola ASL per regione, un solo prefetto per regione, i compiti delle regioni ai prefetti, i compiti delle province ai sindaci, tutto il risparmio va messo sullo Stato Sociale Nazionale e locale soprattutto per le aree interne montane e collinari, ambiente compreso. Basta privilegi e burocrazia inutile.
Domenico Silla Infermiere classe 1967