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IL TAGLIO DELLA REGIONE ALLE OASI ABRUZZESI? UNO STOP AI CAPRICCI DI SINDACI SPENDACCIONI

di Luigi Liberatore 

Non sono uno di Destra. La Sinistra non mi annovera tra i suoi affiliati. Perfino questo giornale mi ritiene inaffidabile, senonché devo dire che Reteabruzzo è una piattaforma di libertà perché mi ospita, pur se mi relega spesso nello scantinato. Non mi dispiace affatto, perché alla fine mi consente di dire ciò che penso. Ho appreso, per averlo letto, che la Regione Abruzzo ha tagliato quasi un milione e mezzo di euro (oltre tre miliardi delle indimenticabili lire nazionali) di finanziamento per le cosiddette Oasi naturali. Guardate, io appartengo alla generazione politica per la quale fu atto sacrilego la formazione delle Regioni, ritenuto evento legato a una moltiplicazione di spesa piuttosto che ad un avanzamento amministrativo. Bene, ritengo che dopo oltre mezzo secolo dal disfacimento della spesa pubblica con l’avvento delle Regioni che fece dire a Ugo La Malfa di partecipare “al funerale dello Stato”, dico che la decisione di tagliare fondi per oltre un milione e mezzo di euro alle oasi sia un momento di resipiscenza postuma. Col restante milione e mezzo dato ai sindaci che oggi si lamentano quasi che fossero restati in brache di tela, si può fare ciò che si faceva qualche tempo fa col doppio delle entrate. Le oasi, le riserve, le pinetine, le abetaie, le aree umide? La nomenclatura attrae. La riserva del Borsacchio? Eccessiva pubblicità per un territorio esteso quanto un piccolo deserto; troppo per alloggiare un uccellino che la definizione di “Fratino” rende tutto per quel termine. Poi ci sono le sorgenti di Popoli, poi quelle del Genzana, le gole del Sagittario, di San Venanzio, l’abetina di Rosello. Un milione e mezzo di euro, tre miliardi del  vecchio conio, che un tempo sarebbe stato sufficiente a fare tutto, cioè ad amministrare popolazioni, habitat, uomini, piante ed animali compresi, forse per molto meno davvero. Sapete cosa penso? Che in questa vicenda i consiglieri regionali siano migliori, nel senso più accorti dei sindaci abruzzesi i quali sentono che sia possibile vivere al di sopra delle proprie risorse. È troppo pure quel milione e mezzo di euro destinato a risorse naturali esistenti e fruibili al di là dei capricci dei sindaci delle “oasi” che magari disperdono ad ogni estate gran parte dei finanziamenti con l’effimera esplosione dei fuochi pirotecnici.

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