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“GAP – GROTTESCO ADOLESCENZIALE PERIFERICO” DI PLACIDO DI STEFANO, UNA STORIA CRUDA, DIRETTA E POETICA

di Jacopo Lupi

Una delle ultime letture che mi ha veramente scosso – e quando dico scosso intendo proprio che mi è rimasta addosso per giorni – è “GAP – Grottesco Adolescenziale Periferico” di Placido Di Stefano, pubblicato da Neo Edizioni, una delle case editrici italiane che più amo e seguo da anni perché continua ostinatamente a scoprire e pubblicare voci fuori dal coro, coraggiose, autentiche.

Vi dico la verità: quando ho iniziato a leggerlo, pensavo fosse il solito romanzo sulla periferia, i ragazzi difficili, i soliti cliché. Invece no. Questo libro è un pugno allo stomaco, ma anche una carezza, un viaggio nelle pieghe oscure e fragili dell’adolescenza che pochi hanno il coraggio di raccontare senza retorica.

Chi è Fedor, il River Phoenix di Inganni

Il protagonista è Fedor, sedici anni, soprannominato il River Phoenix di Inganni, quartiere periferico della Milano più dura. Ha perso la madre da poco, combatte con la solitudine, la dipendenza dal Fentanyl e con una vita che lo schiaccia da ogni lato. Ma Fedor non è solo un “ragazzo di periferia”: è un ragazzo che sogna, che si perde, che ama, che prova a resistere. Attorno a lui ruotano Leo e il Moro, amici e complici, aspiranti videomaker e attori improvvisati, che cercano nel cinema una via d’uscita, un’illusione di futuro possibile.

Ed è proprio il cinema, il linguaggio visivo, il montaggio frammentato del romanzo a rendere la narrazione così potente. Il libro sembra un film indipendente, girato tra i palazzi grigi e i sogni infranti di ragazzi che vivono ai margini.

Una scrittura che ti entra dentro

Placido Di Stefano scrive in modo diretto, crudo, ma pieno di poesia. La sua è una lingua che sembra uscita dalle bocche dei ragazzi di periferia ma che, a tratti, si fa lirica, struggente. Non giudica mai i suoi personaggi, li guarda con umanità, con un’empatia che commuove.

Una storia che parla anche di noi

Non è solo la storia di Fedor. È la storia di tutti i ragazzi che cercano un posto nel mondo, che si rifugiano nei sogni per scappare da una realtà che non li accoglie. È la storia di chi non trova adulti pronti ad ascoltare. Di chi cade e prova a rialzarsi. Di chi combatte ogni giorno contro i propri demoni.

E il bello è che, in mezzo a tanta oscurità, il romanzo lascia intravedere una possibilità di luce. Non una favola a lieto fine, ma la consapevolezza che anche nella desolazione più profonda può nascere un progetto di riscatto, un sogno che diventa collettivo.

Neo Edizioni: ancora una volta una scelta coraggiosa

Che dire poi di Neo Edizioni? Dopo aver pubblicato libri come Spettri Diavoli Cristi Noi di Riccardo Ielmini e L’incredibile storia di Callista Wood che morì otto volte di Manuela Montanaro si conferma un editore capace di intercettare la letteratura più viva e necessaria. Libri che rischiano, che scavano, che non cercano scorciatoie per piacere.

“GAP” si è classificato terzo al Premio Neo Edizioni 2024, ma a mio parere è uno di quei romanzi che meritano di restare nel tempo. Una storia forte, necessaria, che tutti dovrebbero leggere, soprattutto chi ancora pensa che il disagio giovanile sia solo una questione da telegiornale.

In conclusione

Leggete GAP se volete uscire dalla vostra zona di comfort, se volete capire qualcosa in più di quei ragazzi che incontrate per strada e che magari non guardate mai negli occhi.
Leggetelo per emozionarvi, per arrabbiarvi.

Io l’ho chiuso con un groppo in gola e una certezza: questo libro andava scritto. E va letto.

 

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