
SULMONA, EMERGENZA ATER: DISSERVIZI, SCARICHI DI RESPONSABILITÀ E DEGRADO. GLI INQUILINI SI MOBILITANO
In una situazione che definire critica è riduttivo, numerosi assegnatari degli alloggi Ater di Sulmona hanno deciso di alzare la voce contro una gestione che, secondo le testimonianze raccolte, rasenta l’abbandono istituzionale. Manutenzioni mai eseguite, ordinanze di sgombero ritenute ingiustificate, servizi essenziali sospesi e aree pubbliche cedute in maniera discutibile a privati: sono solo alcune delle problematiche denunciate in una nota diffusa da un gruppo di residenti.
Sgomberi e manutenzioni: l’assurdo paradosso
In più edifici Ater sulmonesi, l’ente ha emanato ordinanze di sgombero per consentire interventi di manutenzione che, secondo gli assegnatari, sarebbero tranquillamente eseguibili con gli inquilini in loco. In assenza di lavori urgenti o di reali situazioni di pericolo, queste ordinanze sono vissute come misure inutilmente traumatiche, che aggravano ulteriormente il disagio delle famiglie coinvolte.
Acqua a singhiozzo e tubature rotte: riparazioni a carico degli inquilini
Gravissima la situazione idrica: da oltre 40 giorni in alcuni dei 55 alloggi Ater, le tubature sono rotte e nessuno è intervenuto. Emblematico il caso del civico 18, dove gli inquilini hanno dovuto provvedere a proprie spese al ripristino della rete idrica interna, sostituendo le tubazioni per garantire l’accesso all’acqua potabile. L’Ater, secondo quanto riferito, si sarebbe sottratta alle sue responsabilità, lasciando ai cittadini l’onere economico e operativo degli interventi.
Morosità e gestione condominiale opaca
Altro punto critico riguarda i servizi sospesi a causa delle morosità, ma anche le manovre poco trasparenti sulla nomina degli amministratori condominiali. Dopo tre anni di stallo, l’Ater avrebbe forzato la sostituzione dell’amministratore con soggetti “più compiacenti” e con preventivi di spesa maggiori, secondo gli assegnatari. La questione, già segnalata tramite avvisi affissi ai portoni e lettere raccomandate, alimenta il sospetto di scelte orientate più alla convenienza interna che al bene degli inquilini.
Aree pubbliche cedute, ma nessuno le mantiene
Le aree pertinenziali degli edifici, ufficialmente accatastate a nome dell’Ater provinciale dell’Aquila, risultano in parte concesse a privati per l’uso come passi carrabili. Alcune zone, precedentemente espropriate per pubblica utilità e non retrocedibili, sarebbero state restituite al Comune sulla base di vecchie delibere, generando un confuso passaggio di competenze. Il risultato è che oggi nessuno si occupa della manutenzione, con danni crescenti a carico degli abitanti.
Fognature al collasso in via L’Aquila: puzza e pericoli sanitari
In via L’Aquila e nelle zone limitrofe (tra cui via Avezzano e i fabbricati del piano 1670), la situazione igienica è drammatica. Le fognature, ormai compromesse da cedimenti strutturali e ostruzioni, emanano odori insopportabili e necessiterebbero di interventi urgenti e costosi, mai realmente affrontati.
Arriva la petizione: “Cosa fanno Comune e Ater?”
Per tutte queste ragioni, è in preparazione una petizione firmata da inquilini di tutti i fabbricati coinvolti. Il documento sarà inviato a Prefetto, Questore, Regione Abruzzo, Corte dei Conti e alle procure dell’Aquila e Sulmona. Al centro dell’appello, una domanda precisa e incalzante: “Cosa fa il Comune? E cosa fa l’Ater dell’Aquila?”
L’obiettivo è ottenere finalmente risposte e soprattutto interventi concreti, dopo anni di promesse disattese e disagi quotidiani. Perché il diritto a un’abitazione dignitosa non può essere rimandato all’infinito, né scaricato sulle spalle di cittadini lasciati soli. (d.ver.)