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COSA CI METTIAMO IN BOCCA OGNI GIORNO? METALLI PESANTI E INGREDIENTI DISCUTIBILI NEI DENTIFRICI

a cura del prof. Maurizio Proietti

Ogni giorno, appena svegli, ci affidiamo al nostro dentifricio preferito per iniziare la giornata con una buona igiene orale. Ma ci siamo mai chiesti cosa contiene davvero quella pasta colorata? Un’indagine approfondita ha svelato qualcosa di inaspettato: metalli pesanti, additivi potenzialmente tossici e sostanze vietate nella pasta dentifricia.

In uno studio condotto su 20 dentifrici in vendita nei supermercati italiani, da marchi noti come Colgate, AZ, Marvis fino ai prodotti delle catene Coop, Esselunga e Lidl, è emersa la presenza di piombo, cadmio, arsenico e mercurio. Questi elementi, classificati come cancerogeni e tossici per fegato, reni e sistema nervoso, sono stati trovati in tutti i campioni analizzati, seppure sotto i limiti tecnicamente “accettabili” stabiliti dalla normativa europea. Ricordo, però, che esiste il problema dell’accumulo!

Come ci finiscono questi metalli nei dentifrici? La contaminazione avviene quasi sempre in modo involontario: può derivare dagli ingredienti minerali usati nella formulazione (come il carbonato di calcio o la silice), oppure dalle tubature industriali, dai macchinari o persino dai materiali dei tubetti. Tuttavia, secondo l’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE), parlare di “inevitabilità” è un modo per giustificare controlli poco rigorosi. Alcuni produttori riescono a ridurre le concentrazioni ben oltre la soglia standard, dimostrando che è possibile fare meglio.

Tuttavia, il problema non riguarda solo i metalli. Altri ingredienti controversi che si annidano nei nostri dentifrici sono:

Biossido di titanio (TiO₂): vietato negli alimenti dal 2022 per i suoi potenziali effetti genotossici, è ancora presente in alcuni dentifrici per bambini e adulti. Serve solo a rendere la pasta più bianca, e può essere assorbito dalla mucosa orale.
Fenossietanolo: conservante controverso, vietato nei cosmetici bio e oggetto di discussione a livello europeo per il suo impatto sui bambini e sui soggetti sensibili.
PEG (polietilenglicoli) e coloranti sintetici: derivati dal petrolio, possono contenere impurità come il diossano, anch’esso sospetto cancerogeno. I coloranti, identificabili in etichetta con sigle CI seguite da un numero, non hanno alcun valore dal punto di vista igienico, ma solo estetico.

Anche il fluoro, ingrediente utile, ma da usare con moderazione, è finito sotto osservazione: in alcuni prodotti la quantità supera il limite previsto per legge (1.500 ppm), o addirittura non viene indicata.

I risultati? Nessuno dei 20 dentifrici analizzati è risultato completamente “pulito” dai contaminanti. Alcuni prodotti ne contenevano due o più, e in 7 casi erano presenti tutti e quattro i metalli pesanti esaminati.

Profumi intensi, colori vivaci, promesse di denti più bianchi, l’industria del dentifricio punta tutto sull’estetica e sull’impatto sensoriale. Ma spesso, dietro la superficie patinata, si nasconde una composizione poco rassicurante.

La presenza di fragranze artificiali come limonene e geraniolo, spesso indicate in etichetta, è comune. Sono sostanze note per il loro potenziale allergenico, specie per chi soffre di asma o dermatiti. Inutile, inoltre, la presenza di coloranti, che non contribuiscono in alcun modo alla salute della bocca ma servono solo a “rendere il prodotto bello da vedere”.

Un’altra questione emersa dal test riguarda le cosiddette “alternative ecologiche” come polveri e compresse per la pulizia dei denti. Anche questi prodotti, che spesso contengono caolino o bentonite, possono essere contaminati da metalli pesanti. In Germania, un test indipendente ha rivelato che solo 3 su 10 campioni erano completamente privi di piombo, arsenico o cadmio.

Cosa possiamo fare come consumatori?

Una soluzione viene dal chimico Fabrizio Zago, esperto di formulazioni ecobio:

Basta con l’illusione che il pizzicore sulla lingua equivalga a efficacia. Il dentifricio è un presidio igienico, non deve aggredire la bocca. I migliori ingredienti sono pochi e semplici: bicarbonato di sodio, foglie di menta, fiori di malva e argilla bianca. Mescolando con glicerina si ottiene un dentifricio sicuro, economico e personalizzabile”.

Infine, torniamo sul discusso biossido di titanio: una ricerca pubblicata nel 2025 su “Food and Chemical Toxicology” ha evidenziato che le nanoparticelle di TiO₂ possono interferire con l’assorbimento intestinale, alterare la glicemia e disturbare la produzione di alcuni ormoni. Se già vietato negli alimenti, perché è ancora presente nei cosmetici orali, che entrano in contatto con la mucosa e vengono in parte ingeriti?

Molte aziende, come Todis con la linea Novadent, hanno già riformulato i prodotti sostituendo il TiO₂ con ingredienti più sicuri, come il bicarbonato o il carbonato di calcio. Ma altre ancora resistono. Eppure, proprio come accadde con il triclosan, rimosso dopo una petizione popolare, anche in questo caso la pressione pubblica potrebbe fare la differenza.

Il messaggio è chiaro: sappiamo cosa evitare, e sappiamo anche come fare meglio. Il cambiamento è possibil, ed è già iniziato.

Le immagini sopra illustrate, che mostrano i prodotti valutati con i rispettivi punteggi, provengono dalla rivista Il Salvagente.

 

Bibliografia

1. European Food Safety Authority (EFSA). Opinion on the safety of titanium dioxide (E171) as a food additive. EFSA Journal. 2021;19(5):6585.
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2021.6585
2. Scientific Committee on Consumer Safety (SCCS). Opinion on Titanium Dioxide (nano form) as UV-Filter in sprays. European Commission. SCCS/1583/17, revision of 2020.
https://health.ec.europa.eu/system/files/2021-10/sccs_o_239_0.pdf
3. Lead Safe Mama, LLC. Heavy Metals in Toothpaste – test results from 51 products. 2023.
https://tamararubin.com/2023/08/51-toothpaste-products-tested-heavy-metals-results/
4. Zanni C, Di Lorenzo C, Travaglia A, et al. Titanium dioxide nanoparticles and oral exposure: an update of recent in vivo studies and their relevance for human health. Nanotoxicology. 2023;17(2):205–218.
https://doi.org/10.1080/17435390.2022.2162631
5. Zhang Y, et al. Titanium dioxide nanoparticles disrupt intestinal homeostasis via glucose metabolism interference. Food and Chemical Toxicology. 2025 May;178:113634.
https://doi.org/10.1016/j.fct.2024.113634
6. ISDE Italia. Metalli pesanti nei cosmetici: rischi e prevenzione. Position Paper ISDE, 2023.
https://www.isde.it/documenti/metalli-pesanti-cosmetici.pdf
7. International Agency for Research on Cancer (IARC). Arsenic, Metals, Fibres and Dusts. IARC Monographs Volume 100C. World Health Organization. 2012.
https://monographs.iarc.who.int/wp-content/uploads/2018/06/mono100C.pdf
8. Zago F. Biodizionario. Database sugli ingredienti cosmetici e il loro impatto ambientale e sanitario. Ecobiocontrol.bio.
https://www.ecobiocontrol.bio/
9. European Commission. Cosmetics Regulation (EC) No 1223/2009. Consolidated version updated to 2024.
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:02009R1223-20240101
10. Bundesinstitut für Risikobewertung (BfR). Heavy metals in alternative dental care products: results of market analysis. Karlsruhe, 2023.

Un commento su “COSA CI METTIAMO IN BOCCA OGNI GIORNO? METALLI PESANTI E INGREDIENTI DISCUTIBILI NEI DENTIFRICI

  • Noi nella valle Peligna abbiamo tutto gratis nell’acqua e nell’aria grazie all’avvelenamento ambientale della discarica Cogesa appena fuori dal centro di Sulmona.
    E non ho dovuto studiare ma solo accettare ricerche certificate.

    Risposta

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