
COSA CI METTIAMO IN BOCCA OGNI GIORNO? METALLI PESANTI E INGREDIENTI DISCUTIBILI NEI DENTIFRICI
a cura del prof. Maurizio Proietti
Ogni giorno, appena svegli, ci affidiamo al nostro dentifricio preferito per iniziare la giornata con una buona igiene orale. Ma ci siamo mai chiesti cosa contiene davvero quella pasta colorata? Un’indagine approfondita ha svelato qualcosa di inaspettato: metalli pesanti, additivi potenzialmente tossici e sostanze vietate nella pasta dentifricia.
In uno studio condotto su 20 dentifrici in vendita nei supermercati italiani, da marchi noti come Colgate, AZ, Marvis fino ai prodotti delle catene Coop, Esselunga e Lidl, è emersa la presenza di piombo, cadmio, arsenico e mercurio. Questi elementi, classificati come cancerogeni e tossici per fegato, reni e sistema nervoso, sono stati trovati in tutti i campioni analizzati, seppure sotto i limiti tecnicamente “accettabili” stabiliti dalla normativa europea. Ricordo, però, che esiste il problema dell’accumulo!
Come ci finiscono questi metalli nei dentifrici? La contaminazione avviene quasi sempre in modo involontario: può derivare dagli ingredienti minerali usati nella formulazione (come il carbonato di calcio o la silice), oppure dalle tubature industriali, dai macchinari o persino dai materiali dei tubetti. Tuttavia, secondo l’Associazione Medici per l’Ambiente (ISDE), parlare di “inevitabilità” è un modo per giustificare controlli poco rigorosi. Alcuni produttori riescono a ridurre le concentrazioni ben oltre la soglia standard, dimostrando che è possibile fare meglio.
Tuttavia, il problema non riguarda solo i metalli. Altri ingredienti controversi che si annidano nei nostri dentifrici sono:
Anche il fluoro, ingrediente utile, ma da usare con moderazione, è finito sotto osservazione: in alcuni prodotti la quantità supera il limite previsto per legge (1.500 ppm), o addirittura non viene indicata.
I risultati? Nessuno dei 20 dentifrici analizzati è risultato completamente “pulito” dai contaminanti. Alcuni prodotti ne contenevano due o più, e in 7 casi erano presenti tutti e quattro i metalli pesanti esaminati.
Profumi intensi, colori vivaci, promesse di denti più bianchi, l’industria del dentifricio punta tutto sull’estetica e sull’impatto sensoriale. Ma spesso, dietro la superficie patinata, si nasconde una composizione poco rassicurante.
La presenza di fragranze artificiali come limonene e geraniolo, spesso indicate in etichetta, è comune. Sono sostanze note per il loro potenziale allergenico, specie per chi soffre di asma o dermatiti. Inutile, inoltre, la presenza di coloranti, che non contribuiscono in alcun modo alla salute della bocca ma servono solo a “rendere il prodotto bello da vedere”.
Un’altra questione emersa dal test riguarda le cosiddette “alternative ecologiche” come polveri e compresse per la pulizia dei denti. Anche questi prodotti, che spesso contengono caolino o bentonite, possono essere contaminati da metalli pesanti. In Germania, un test indipendente ha rivelato che solo 3 su 10 campioni erano completamente privi di piombo, arsenico o cadmio.
Cosa possiamo fare come consumatori?
Una soluzione viene dal chimico Fabrizio Zago, esperto di formulazioni ecobio:
“Basta con l’illusione che il pizzicore sulla lingua equivalga a efficacia. Il dentifricio è un presidio igienico, non deve aggredire la bocca. I migliori ingredienti sono pochi e semplici: bicarbonato di sodio, foglie di menta, fiori di malva e argilla bianca. Mescolando con glicerina si ottiene un dentifricio sicuro, economico e personalizzabile”.
Infine, torniamo sul discusso biossido di titanio: una ricerca pubblicata nel 2025 su “Food and Chemical Toxicology” ha evidenziato che le nanoparticelle di TiO₂ possono interferire con l’assorbimento intestinale, alterare la glicemia e disturbare la produzione di alcuni ormoni. Se già vietato negli alimenti, perché è ancora presente nei cosmetici orali, che entrano in contatto con la mucosa e vengono in parte ingeriti?
Molte aziende, come Todis con la linea Novadent, hanno già riformulato i prodotti sostituendo il TiO₂ con ingredienti più sicuri, come il bicarbonato o il carbonato di calcio. Ma altre ancora resistono. Eppure, proprio come accadde con il triclosan, rimosso dopo una petizione popolare, anche in questo caso la pressione pubblica potrebbe fare la differenza.
Il messaggio è chiaro: sappiamo cosa evitare, e sappiamo anche come fare meglio. Il cambiamento è possibil, ed è già iniziato.
Le immagini sopra illustrate, che mostrano i prodotti valutati con i rispettivi punteggi, provengono dalla rivista Il Salvagente.
Bibliografia
https://efsa.onlinelibrary.wiley.com/doi/10.2903/j.efsa.2021.6585
https://health.ec.europa.eu/system/files/2021-10/sccs_o_239_0.pdf
https://tamararubin.com/2023/08/51-toothpaste-products-tested-heavy-metals-results/
https://doi.org/10.1080/17435390.2022.2162631
https://doi.org/10.1016/j.fct.2024.113634
https://www.isde.it/documenti/metalli-pesanti-cosmetici.pdf
https://monographs.iarc.who.int/wp-content/uploads/2018/06/mono100C.pdf
https://www.ecobiocontrol.bio/
https://eur-lex.europa.eu/legal-content/EN/TXT/?uri=CELEX:02009R1223-20240101
Noi nella valle Peligna abbiamo tutto gratis nell’acqua e nell’aria grazie all’avvelenamento ambientale della discarica Cogesa appena fuori dal centro di Sulmona.
E non ho dovuto studiare ma solo accettare ricerche certificate.