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IL GUERRIERO DI CAPESTRANO DEGRADATO: DA GUERRIERO AUTENTICO A MILITE IGNOTO!

di Luigi Liberatore

Non ci sono documenti ufficiali sulla sua autenticità. La statua del Guerriero di Capestrano sarebbe un falso, almeno secondo la relazione depositata più di un mese fa al Tar Abruzzo dalla professoressa Valeria Acconcia, nominata commissario ad acta nella delicata questione, confermata nell’incarico dallo stesso tribunale che ha respinto una richiesta di revoca ritenendo lo   studio presentato come “completo ed esaustivo”. La relazione della professoressa non insinua nulla, accerta soltanto che non esistono tracce di analisi chimiche della statua, né documenti che attestino l’uso della spettrometria sul Guerriero. Come dire, in sintesi, che sono destituite di veridicità le comunicazioni fornite a più riprese dal Ministero della Cultura sulla esistenza di analisi approfondite su materiali e pigmenti dell’opera. Alessio Consorte, il regista che nel suo film-inchiesta “Il Guerriero mi pare strano” ha di fatto ha aperto la falla sulla datazione della statua, dice che sulla scorta di perizie indipendenti (cioè fuori regime…) la statua fu realizzata nel 1934. Sulla scorta di tutto quanto detto, finisce alle ortiche l’intera favola secondo cui il Guerriero di Capestrano possa ritenersi capolavoro dell’arte preromana. Io sono attratto, per convincimento personale, dalla teoria del regista Consorte che a supporto della ricerca della verità propone atti e non visioni cinematografiche, come antitesi alle dichiarazioni del Ministero della Cultura che oggi è la versione moderna del Minculpop del 1934. Mica mi meraviglio di quanto stia avvenendo. Per certi versi la vicenda ricorda la famosa burla delle teste fasulle di Modigliani nella quale cascarono alcuni dei più famosi critici d’arte italiani, finanche Giulio Carlo Argan, primo sindaco non democristiano di Roma. La regione Abruzzo ha nella sua bandiera l’immagine del Guerriero di Capestrano e un motto (Gentium vel fortissimarum Italiae). Due elementi abusivi: 1) Il “Guerriero” che alla luce degli studi più attuali è caso mai un soldato semplice, cioè un milite ignoto. 2) Il motto, estrapolato da uno scritto di Plinio il Vecchio che si riferisce ai Sanniti, come sostenuto da Fabio Maiorano, studioso di araldica e deputato di Storia Patria in Abruzzo. Conclusione? E’ stato, per quanto mi riguarda, un infortunio violare la semplicità cromatica della bandiera d’Abruzzo del 1986  con gli elementi spuri di oggi. Poi, quel guerriero di Capestrano è davvero brutto con quel cappellaccio e quegli occhioni sgranati come di chi abbia appena visto un film di Alfred Hitchcock. 

2 commenti riguardo “IL GUERRIERO DI CAPESTRANO DEGRADATO: DA GUERRIERO AUTENTICO A MILITE IGNOTO!

  • Giacomo Faggioni

    L’ho sempre sostenuto che si trattava di una soldaderas della rivoluzione messicana di Pancho Villa.
    Ignoranti come sono non mi hanno creduto e lo hanno messo come stemma della Regione.
    Questa Destra è proprio impresentabile, sarebbe ridicola se non ci facesse vergognare.
    Viva la Revolución!

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    Risposta
  • Non so quale utilità possa avere questa confusione mediatica scatenata attorno al Guerriero di Capestrano. Intanto sulla statua è riportata un’iscrizione che fornisce delle informazioni puntuali in una lingua preromana, che dubito possa essere compresa dai non addetti ai lavori e specialisti del mondo accademico.
    Se non sbaglio l’anno scorso a Chieti, in un convegno a tema archeologico, si è espresso al riguardo il Prof. Adriano La Regina, archeologo, emerito della Sapienza e già Soprintendente a Roma.
    Mi piacerebbe approfondire le tesi a cui attingono coloro i quali nutrono dubbi sull’autenticità dell’antica statua abruzzese, e conoscere quali archeologi e accademici l’hanno formulata; ma quando si chiede ciò sembra di giocare al gioco delle tre carte.
    Il Guerriero di Capestrano è autentico. Inizio perciò a nutrire sempre di più la convinzione che chi omette di fornire gli studi e gli approfondimenti scientifici, che attesterebbero la falsità della famosa statua andrebbe citato per danni all’immagine e alla storia della regione Abruzzo.
    Le prove o ci sono e vengono messe a disposizione, oppure si procura un’inutile e ingiusto disagio alla nostra Regione.

    Risposta

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