
BLUE TONGUE, ALLEVATORI IN ALLARME: “EMERGENZA ANNUNCIATA, SERVE UN INTERVENTO CONCRETO”
ABRUZZO, 29 giugno – La febbre catarrale ovina, nota come Blue Tongue, è tornata a minacciare i territori rurali del Centro Italia, colpendo duramente gli allevamenti ovini e mettendo in ginocchio molte aziende agricole. A lanciare un grido d’allarme è Nunzio Marcelli, presidente del Consorzio IGP Agnello del Centro Italia, che denuncia in un comunicato la totale inadeguatezza del supporto pubblico di fronte a un’emergenza tanto prevedibile quanto devastante.
«I protocolli in vigore sono ormai superati rispetto all’attuale quadro epidemiologico e climatico – si legge nel comunicato – e le misure di contenimento e prevenzione si sono dimostrate insufficienti, se non del tutto disattese. Da tempo si registravano segnali di allerta, ma non sono stati attivati piani vaccinali aggiornati né campagne coordinate di disinfestazione.»
La situazione si aggrava per la difficoltà, lamentata da molti allevatori, di ottenere assistenza veterinaria efficace. Gli interventi sul campo, infatti, risultano limitati e spesso si riducono a mere procedure burocratiche, senza un vero supporto operativo. Questo scenario sta generando un grave senso di solitudine e abbandono tra le aziende zootecniche, che continuano a garantire presidio del territorio, economia locale e qualità alimentare, ma senza la protezione necessaria.
«Il blocco della movimentazione degli animali, la carenza di vaccini disponibili, le perdite economiche pesanti e la mancanza di coperture assicurative – prosegue Marcelli – stanno mettendo in seria difficoltà le aziende familiari, che rappresentano il cuore pulsante della nostra zootecnia.»
Da qui l’appello alle istituzioni: «Non si tratta di puntare il dito, ma di richiamare con forza le autorità a un’assunzione di responsabilità concreta e non più rimandabile. Serve un piano chiaro, operativo e condiviso, che tuteli la salute degli animali e la sopravvivenza delle imprese agricole.»
Gli allevatori, conclude Marcelli, continuano a fare la loro parte con dedizione e sacrificio. Ora è il momento che anche chi ha il dovere istituzionale di proteggerli agisca con tempestività ed efficacia.