L'Aquila Capoluogo

STRUTTURE PER ALLOGGI AGLI STUDENTI UNIVERSITARI. LA RISPOSTA DEL PD AQUILANO AL GRUPPO CONSILIARE “L’AQUILA PROTAGONISTA”

L’AQUILA – È inequivocabile la risposta del gruppo consiliare “L’Aquila protagonista”. Di cosa? verrebbe da chiedersi. Alla nostra riflessione sulla situazione del diritto agli alloggi pubblici per studentesse e studenti universitari. Un gruppo consiliare nato su misura per blindare il sindaco in Consiglio comunale e rafforzare il suo posizionamento nella guerra tutta interna alla destra, tra Lega e Forza Italia. Una formazione che, con assoluta chiarezza, interpreta la linea di un’amministrazione che, incapace di affrontare i problemi concreti della popolazione studentesca, sceglie di delegare, sarebbe più corretto dire abdicare, all’iniziativa privata. Sia chiaro: nessuna ostilità verso chi decide di investire nella nostra città. Ma altrettanto chiaro deve essere il principio che la politica ha il dovere di garantire servizi pubblici universali, e non può lasciare che siano unicamente le logiche di mercato a rispondere ai bisogni reali delle persone. Non è una crociata contro gli studentati privati. Ma è evidente che questi offrono un servizio a fronte di un corrispettivo economico deciso in base agli obiettivi di profitto dell’investitore. Un prezzo che, per esperienza e logica, crescerà negli anni. La politica, invece, dovrebbe garantire un’offerta abitativa pubblica, dignitosa, accessibile e sostenibile. E invece? La Casa dello Studente è ancora un miraggio. L’ADSU, a guida destra, continua a spostare studenti e studentesse ai margini della città, in palazzine a Cansatessa, isolate, mal collegate, prive persino di una mensa. E che dire del Collegio di Merito d’Aragona? Annunciato a più riprese e poi bloccato, diciamolo con chiarezza, dalla tendenza del sindaco a voler concentrare ogni leva decisionale nelle proprie mani, circondandosi di figure fedeli e accondiscendenti. Gettare la responsabilità sull’Università, come fa il gruppo “dei protagonisti”, è semplicemente sconcertante. L’Università dell’Aquila, nonostante una didattica riconosciuta per qualità e innovazione, continua a subire gli effetti delle politiche miopi della destra che governa Comune e Regione. Lo confermano tutte le principali classifiche nazionali: l’Univaq è penalizzata sul piano dei servizi agli studenti, posti letto, trasporti, borse di studio, che spettano alla politica locale, non all’Ateneo. Vogliamo ribadirlo: L’Aquila dispone di un vasto patrimonio immobiliare pubblico, risultato, oltre che del Progetto CASE, anche dell’acquisto equivalente post-sisma. Eppure, queste risorse restano inutilizzate, nonostante il fabbisogno abitativo crescente di studenti e famiglie. L’amministrazione comunale avrebbe strumenti e margini d’azione per tutelare il diritto allo studio e all’abitare. Ma non lo fa. E ancora: dietro al moltiplicarsi degli studentati privati c’è un piano urbanistico adeguato? Sono previsti servizi reali per la popolazione studentesca? Il Comune ha intenzione di regolamentare questo fenomeno o continuerà a consentire operazioni che potrebbero sfociare in dinamiche speculative? Questo boom di campus non sembra nemmeno orientato al ripopolamento del centro storico, che avrebbe invece bisogno di una residenzialità diffusa, stabile, integrata. Oggi, molti appartamenti appena ricostruiti restano vuoti: negli ultimi anni si è preferito l’affitto breve delle case vacanze, a scapito delle locazioni ordinarie per studenti e famiglie. Una tendenza probabilmente destinata a ridimensionarsi, e che comunque andrebbe governata. Che effetti avrà, infine, questa espansione degli studentati privati sui piccoli proprietari, che si troveranno a competere con grandi gruppi finanziari e immobiliari? Per una città come la nostra, che prova ancora a rialzarsi dopo la cesura del terremoto, sarebbe decisamente più utile sostenere i piccoli proprietari nel tornare a locazioni di medio-lungo termine, accessibili, rivolte a studenti e famiglie. E non basterebbe nemmeno questo: serve un sistema di trasporto pubblico efficace, sostenibile, capillare. Oggi all’Aquila appare un’utopia. Ma altrove è realtà: a Trento, ad esempio, oltre ad alloggi a canone calmierato, le matricole ricevono gratuitamente l’abbonamento ai mezzi pubblici per il primo anno accademico. All’Aquila, purtroppo, resta tutto sulla carta. E anche ciò che sarebbe possibile, resta non fatto.

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