
LA SULMONA CHE VOGLIAMO
di Massimo Di Paolo – Eccoli arrivare i primi segni del governo muscolare sulmonese. Non volevamo crederci: i profili professionali e culturali del Sindaco Tirabassi; di diversi Consiglieri e di qualche Assessore, ci avevano fatto aderire, a campagna elettorale conclusa, alla fiducia chiesta e partecipata. Anche l’autonomia del Sindaco, dai gruppi e dai partiti, è stata cosa apprezzata che confermava quella sorta di garanzia che la cittadinanza tutta chiedeva e chiede – soprattutto per le grandi questioni delle partecipate -. Non sono mancate le diverse dichiarazioni che, per come sono state fatte, hanno creato una sorta di serenità e di attenzione: il sindaco di tutti, la cura della città, il garante di un progetto comune.
Ora però, nuvole scure stanno già coprendo gli orizzonti, purtroppo diciamo noi. Le promesse sembrano rapidamente sbiadire -e vorremmo sbagliarci- tra assessori rampanti; una sorta di ansia da prestazione; una governance ancora acerba si cominciano ad intravedere contraddizioni e mancanze. L’aumento del balzello della TARI non era il primo atto utile per aprire il palcoscenico. Ora, ancora di più, l’approccio alla gestione del Centro storico, lascia intravedere un atteggiamento impulsivo che testimonia una mancanza di visione su quale Città strutturare. Non serve scomodare Freud per capire che la modalità che si va conformando esprime una sorta di innamoramento per il decisionismo impulsivo da uomini forti, che trova radici antiche nella politica di destra e che divide i cittadini in padroni e sudditi. Ma la costruzione, la rivisitazione e la rigenerazione urbana del Centro storico, dovrebbe essere elaborata con un fare più cauto e attento, anche con maggiore riservatezza a nostro parere; soprattutto con una visione di Città non di parte ma globale, da condividere e maneggiare con cura. A Sulmona, l’istinto a restituire gratitudine a categorie che gridano un risarcimento -non solo per l’apporto elettorale- scatta facilmente da sempre. Siamo certi che la grave crisi economica, sociale, culturale e urbana nella nostra Città e non solo, ha fatto sorgere bisogni e aspettative che chiedono risposte facili ed immediate che ben poco sanno di visione e di politiche di Comunità. Rendere il Centro storico un grande luna park notturno è una delle ipotesi che vanno confermandosi. Rilanciare una Città storica con il pregio che mantiene, richiede un approccio culturale e pluridisciplinare oltre che l’ascolto e la rappresentanza di tutte le parti sociali. È il primo ticket da pagare per l’amministrazione che metterà in evidenza di quale spessore, sensibilità, capacità, e visione è dotata. Ci preme suggerire agli Assessori del ramo e ai Gruppi politici che la problematica non richiede leader con il mito virile del capobranco che sanno parlare alla pancia dell’amico che li ha votati o del gruppo elettorale che interessa mantenere; non richiede l’approccio rozzo, impunito, incolto adatto al popolino che grida. Richiede la sensibilità di chi ama la Città; di chi la conosce per storia, tradizioni e patrimonio; di chi sa cosa vuol dire svegliarsi per andare al lavoro al mattino; di chi assiste vecchi e ammalati gravi nelle stanze delle case del Centro storico; di chi sa accogliere turisti colti che scelgono Sulmona e che vogliono alloggiare nei B&B e negli Alberghi del centro; di chi cerca di far nascere giovani famiglie. Vuol dire essere Amministratori capaci, dotati, che attraverso scelte gestionali, di indirizzo e politiche, sanno cosa vuol dire mettere in campo progetti, visioni e azioni di rigenerazione urbana e territoriale. Altrimenti si resta più vicini ai gladiatori che agli Amministratori e il cinismo lo si scambia per lucidità; con la pretesa -che potrebbe far piacere- che chi governa non debba essere osservato e giudicato, ma solo obbedito. Un alto rischio, grave e dannoso si sta rapidamente definendo: la città che compone il Centro storico – beni comuni, testimonianze storiche, persone, famiglie e cose – la si sta dividendo con l’ascia: come quando – in tempi che sembravano non poter tornare – il far parte di un gruppo rassicurava; i confini proteggevano e gli “altri”, i meno numerosi, i meno potenti, i meno rappresentati, restavano fuori diventando poco significativi. Un punto nero a cui spetta il solo diritto di adattarsi.
Il quadro della “nuova Sulmona”, che rischia di definirsi e comporsi, lo abbiamo già intravisto negli anni passati. È stato, quello passato, un agire di Amministratori preda dell’antipolitica populista che hanno pagano, quasi per una iattura inspiegabile, il lutto da una classe dirigente di spessore; con le nuove generazioni già orfane di mentori e di guide prima ancora di misurarsi con la complessità che l’amministrare impone. Forse l’approccio correlato a un laboratorio di idee, a uno sforzo collettivo, a una filiera di interventi necessari per aggredire i problemi, sarebbe da preferire per arricchire ogni scelta politica con un profondo senso di insieme e di visione globale della Città. Senza rischiare di licenziare spot politici e nulla più: aumentare la musica notturna, spingere l’intrattenimento da consumo, “liberalizzare” gli spazi notturni senza curarsi del bene comune, sembrerebbe come svuotare acqua del mare con un secchiello, non vedendo il grande vuoto che va nascendo.
Sogni e poesie.
Se non si vota e se alcune politiche sono suicide, non si può che accettare il presente.
Se vi aspettate di trovare amministratori preparati e che guardano al futuro, continuate a sognare che non succederà con la presente formula.
Spero solo che riescano almeno a chiudere e risanare L’avvelenante e illegale discarica Cogesa prima che la già provata ASL1 sia inondata di casi di cancri galoppanti.
Ottimismo, Ottimismo. Sono certo che questa amministrazione farà molto bene anche perché non hanno più scuse.
Se falliranno, non avranno attenuanti e la storia li inchiodera’ alle loro responsabilità.
20 anni di scuse le abbiamo già sentite!
shì shì, questa è teoria della pannocchia e dell’ortolano…
Molto bello e molta acuta l’analisi occorre fare esempi e calarsi nel concreto.
Complimenti.
Speriamo bene ! Molto utili le sue riflessioni il centro storico e’ ad alto rischio