Cultura

DONNE CHE HANNO FATTO LA STORIA. TIMOCLEA DI TEBE E LA VENDETTA SUL SOLDATO DI ALESSANDRO MAGNO

Questo dipinto del XVII secolo mostra un momento di feroce vendetta, nessuna spada estratta, nessun esercito riunito, solo una donna e un brutale atto di giustizia. Timoclea, elegante ma decisa, è nel bel mezzo di lanciare un soldato a testa in un pozzo. Il suo viso è calmo, composto. Il suo, capovolto e contorto dalla paura, racconta un’altra storia. Chi era Timoclea? Timoclea era una nobildonna di Tebe durante il IV secolo a.C. Quando l’esercito di Alessandro Magno invase, uno dei suoi capitani traci l’ha assalita e poi ha prepotentemente chiesto di sapere dove fossero nascosti i suoi oggetti di valore. Lei lo condusse tranquillamente al suo giardino bene, poi lo spinse dentro e fece cadere pietre pesanti fino alla sua morte. Cosa sta succedendo qui?
Sirani cattura l’esatto momento dell’esecuzione. L’uomo è indifeso, si agita mentre Timoclea lo solleva con entrambe le mani. Il suo portamento contrasta nettamente con la violenza della scena. Non è raffigurata come infuriata, ma dignitosa, giusta e risoluta. La fontana sottostante, con le sue figure mitologiche scolpite, si aggiunge al dramma e suggerisce un simbolismo più profondo: il trionfo dell’onore sulla brutalità. Perché è importante
Questo dipinto, creato da una delle poche celebri artiste dell’era barocca, ribalta il copione sul potere. È una storia di vendetta femminile contro la violenza, consegnata senza pietà. Timoclea non ha chiesto giustizia, la è diventata. Il ritratto di Sirani è elegante e selvaggio, riappropriando la narrazione in un mondo dove le donne sono spesso rimaste senza voce.

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