AMICORTI FILM FESTIVAL, IL GIURATO HOSSEIN SOLEIMANI BLOCCATO DALLA GUERRA IN IRAN: “NON POTEVO LASCIARE LA MIA FAMIGLIA”
Roccaraso (L’Aquila), 26 giugno – Doveva essere uno dei volti di punta della settima edizione dell’AmiCorti International Film Festival, in corso a Roccaraso fino al 28 giugno. Ma la guerra in Iran ha fermato tutto: Hossein Soleimani, attore e giurato internazionale, non potrà arrivare in Italia. Lo spazio aereo chiuso, le bombe a pochi passi da casa, e la necessità – come racconta lui stesso – di rimanere accanto alla madre anziana e alla sorella incinta in un momento drammatico per il suo Paese.
«Le ragioni della mia assenza dal festival sono serie – ha spiegato Soleimani –. Mancavano solo due o tre giorni alla partenza, ma non potevo lasciare la mia famiglia in mezzo a una guerra. In un momento in cui le persone lottano contro la paura, le difficoltà e l’incertezza, partire per un festival che promuove la pace mi sembrava una contraddizione».

L’attore ha anche raccontato di un episodio che rende la gravità del contesto: «Un missile ha colpito un edificio vicino al nostro ufficio. Sono andato sul posto: l’esplosione ha danneggiato gravemente oltre 50 edifici, compreso il nostro. Non conosco il numero esatto dei feriti, ma ho visto molte abitazioni distrutte con i miei occhi».
Soleimani, nato a Teheran nel 1984 e noto per aver esordito giovanissimo nel film A Mother’s Love di Kamal Tabrizi, ha voluto lanciare anche un messaggio simbolico: «Il motto del festival è la pace. Gli artisti cercano di costruirla, mentre i politici spesso combattono per ottenerla. Questa è la vera differenza tra un artista e un politico».
Oltre a Soleimani, anche altri registi iraniani in concorso non potranno essere presenti a Roccaraso per le medesime ragioni: la guerra ha interrotto ponti culturali e scambi artistici che il festival aveva faticosamente costruito.
A ribadire l’importanza del messaggio del festival è la direttrice artistica, Ntrita Rossi: «AmiCorti è sempre stato un festival che parla di pace. Oggi più che mai ci sentiamo vicini a tutti i Paesi che vivono un conflitto. E lo facciamo attraverso il linguaggio del cinema, che unisce le persone anche quando tutto il resto si divide».
La settima edizione di AmiCorti continua dunque con un’assenza pesante, ma anche con un segnale forte: la cultura non si arrende alla guerra, e il cinema resta un presidio di umanità anche nei momenti più bui.