
TIRA UNA BRUTTA ARIA PER LE AREE INTERNE. SECONDO IL MINISTRO FOTI IL DECLINO E’ IRREVERSIBILE. L’OPINIONE DI ALESSANDRO TETTAMANTI
L’AQUILA – IL CENTRODESTRA E LA STRATEGIA DELLA RASSEGNAZIONE NELLE AREE INTERNE
La politica della destra sui territori consiste sostanzialmente nell’abdicare al suo stesso ruolo politico. Spesso ascoltiamo dal sindaco Biondi qui all’Aquila, che l’unica ricostruzione sociale possibile è quella che (non) sta portando avanti, cioè senza scuole né bambini nel centro perché l’epoca di girare liberi sotto i portici protetti da un normale controllo comunitario è finita. Perché secondo il sindaco la comunità stessa è finita e la città è una vetrina per turisti senz’anima: questo vuole la storia ed il mercato quindi tanti saluti, io non posso farci niente. Con tanti bei saluti anche a quello che la politica dovrebbe rappresentare: la sfida per il possibile, la tutela verso il bene comune, il governo del futuro in nome del mandato comunitario che dovrebbe esistere e resistere anziché essere strozzato all’indomani delle elezioni. Sindaco Biondi che, oltre ad essere responsabile degli Enti locali del suo partito, Fratelli d’Italia, è diventato anche – non senza polemiche – Presidente ANCI. È proprio in virtù di tale ruolo oggi prova a rimediare alle parole del suo collega di Partito, il Ministro Foti, che nel documento del Piano strategico nazionale delle aree interne parla – con un evidente strategia della resa – di aree interne soggette ad “irreversibile spopolamento” e arrivederci e grazie. Davvero utile quindi la visione del Ministro che, come Biondi per il centro dell’Aquila, si limita a fotografare i problemi che ci sono, mettendoci sopra il timbro dell’inesorabilità e abdicando quindi anche lui al suo ruolo politico con buona pace degli sforzi dei Sindaci del territorio, le Associazioni e tutto un mondo che sta provando da anni davvero a fare politica (evidentemente dal basso), cercando vere strategie per ridare alle aree interne un futuro fatto di un’attrattività possibile fatta di idee innovative e sforzi che il pubblico dovrebbe fare per poterle mettere in pratica tramite i giusti incentivi. Cosa che, come evidenziano le parole del ministro, però non avviene o comunque nn a sufficienza visto che tutt’al più nelle aree interne abruzzesi il governo pensa a mettere detrattori come l’inutile Metanodotto Snam che svaluta le terre, sventra l’Appennino e le rende più rischiose visto il palio con la sismicità e allontanando così l’idea del ritorno, per poi dire “non si può fare niente”. Perfetto, si fa per dire. Così il ministro lo può fare chiunque, tanto fare gli interessi di Snam invece che di un territorio fatto di “cafoni” (nel senso Siloniano del termine) è ciò che sempre è stato fatto a queste latitudini e quindi sempre si farà secondo la strepitosa ideologia del centro destra. Ovvio che l’Abruzzo delle aree interne così nn andrà da nessuna parte mentre l’area metropolitana costiera continuerà a svilupparsi a dismisura come fosse un’altra Regione. Forse però gli abitanti di queste aree in cui anch’io provo a vivere e fare politica, capiranno che non è di certo il centro destra che fa i suoi interessi, per quanto possa essere alto il livello di sfiducia generale verso la politica, più che comprensibile viste le attuale condizioni delle nostre terre alte. Ora però che le intenzioni di Foti & company sono più chiare sarà possibile, si spera, capire la direzione giusta per costruire l’alternativa, perseverando nelle belle iniziative già intraprese (comunità energetiche e tanto altro) e alzando necessariamente il livello della lotta, costituito da quel fronte che non si rassegna, fatto da alleati che vogliono davvero costruire insieme il futuro. Senza rassegnarsi all’ideologia della rassegnazione.
*Segretario circolo Pd L’Aquila centro