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VAL TRITANA, GIOIELLO D’ABRUZZO: CULTURA, TRADIZIONI E SAPORI AL CENTRO DELL’INCONTRO DELL’ACCADEMIA ITALIANA DELLA CUCINA A BUSSI SUL TIRINO

Un autentico viaggio tra arte, storia, tradizioni e sapori quello che si è svolto sabato a Bussi sul Tirino, nel cuore della Val Tritana, grazie all’iniziativa promossa dall’Accademia Italiana della Cucina – Delegazione Aternum di Pescara. Un evento che ha saputo fondere, con eleganza e profondità, la promozione del territorio con la valorizzazione delle sue eccellenze gastronomiche, culturali e ambientali.

L’incontro, fortemente voluto dal presidente della Delegazione Aternum, Giuseppe Di Giovacchino, e curato nei dettagli dai Simposiarchi Gerardo Rasetti e Claudio Ciamarone, ha richiamato numerosi ospiti e accademici, accomunati dal desiderio di riscoprire e condividere le radici più autentiche della valle e il fascino incantatore del fiume Tirino, definito “luogo dell’anima”.

Dopo i saluti iniziali, il giornalista Ennio Bellucci – con una lunga esperienza nella Rai – ha tenuto una relazione appassionata e coinvolgente sul tema dell’incontro: “Arte, storie, battaglie di lavoro, di gioie e dolori. Luoghi dell’anima e il fiume con il fascino incantatore: il Tirino”. Un intervento denso di memoria, sensibilità e accuratezza, che ha saputo restituire al pubblico la ricchezza storica e umana di un territorio spesso poco conosciuto, ma straordinariamente vitale.

A sottolineare la rilevanza dell’occasione, anche la presenza del Prefetto emerito di Pescara, Vincenzo D’Antuono, e, soprattutto, del Vescovo di Sulmona-Valva, Monsignor Michele Fusco, che ha portato il suo saluto e un messaggio di riflessione e pace, richiamando i valori profondi dello stare insieme e dell’ascolto reciproco.

Cuore conviviale dell’evento è stata, infine, la straordinaria degustazione delle specialità a base di pesce d’acqua dolce – trote e gamberi – preparate con maestria dallo chef Mario D’Ortenzio e dalla sua famiglia. Un trionfo di sapori autentici, figli di una tradizione culinaria tramandata di generazione in generazione, in perfetta armonia con l’ambiente circostante e con la memoria storica del luogo.

A coronare il pomeriggio, la celebre citazione di Marco Tullio Cicerone ha riecheggiato come sigillo ideale dell’esperienza: “Il piacere dei banchetti non si deve misurare dalle squisitezze delle portate, ma dalla compagnia degli amici e dai loro discorsi”.

Un incontro riuscito, che ha saputo coniugare sapientemente cultura, enogastronomia, territorio e relazioni umane. Un vero esempio di come si possa fare promozione del patrimonio locale con stile, gusto e profondità.

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