
PAOLO ROMANO SULLE RESPONSABILITA’ E LO STILE ARROGANTE DEL SINDACO BIONDI SULLA MANCATA RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE
L’AQUILA – Ci risiamo. Sono passati solo pochi giorni ma Biondi è di nuovo in guerra con tutti quelli che non la pensano come lui. Che tra forze contrapposte ci sia lotta politica sta nell’ordinarietà del dibattito. Ma la lotta politica deve sempre avere il decoro e la correttezza degli argomenti. Con quella lotta si qualifica e si diffonde il pensiero politico ma anche l’orientamento del fare. Ritengo che il sindaco sia costantemente alla ricerca di un colpevole estraneo alle sue azioni. E più lo trova lontano nel tempo più le offese sono pesanti. Oggi lo fa sulle risorse del Restart 2, rispolverando una missiva di dieci anni fa su un tema che nulla attiene all’argomento, ieri lo ha fatto sulla ricostruzione della scuola di Paganica, rispondendo all’opposizione sul fermo del cantiere e usando in entrambi i casi toni e argomenti poco consoni a chi indossa la fascia tricolore in rappresentanza non di sé ma della comunità che si trova a rappresentare. Il linguaggio è importante e le parole possono indurre orgoglio nell’appartenenza o creare vergogna. Biondi avrebbe potuto rispondere nel merito oppure tacere, avrebbe potuto fare il sindaco di tutti e non il dirigente politico di Fd’I; avrebbe potuto stare nella nobiltà della tradizione aquilana ma ha scelto di impersonare il Marsilio della situazione. Ci stomaca quel modo di fare che lo accomuna molto al “suo” presidente di regione in quanto a eleganza. Non scenderò dunque a quel livello perché mortificherei le ragioni della politica che attende risposte concrete e non risse da strada. Il tema, anche se il primo cittadino ha fatto finta di non capirlo, è la RICOSTRUZIONE DELLE SCUOLE a sedici anni dal sisma, dei quali nove di suo governo. È chiaro a tutti eccetto che a lui che la responsabilità è massima e non è accettabile che continui ad addossare colpe ai soliti “altri” che l’hanno preceduto, che schizzi di fango il loro operato e, men che meno, che riesca a sotterrare un dibattito tanto importante. Le nostre domande – che tanto l’hanno turbato – valgono infatti per la scuola di Paganica, che avrebbe dovuto essere pronta per luglio 2025, ma i cui lavori sono fermi da oltre sei mesi, ma valgono anche per la scuola Giovanni XXXIII che pur avendo i finanziamenti e il progetto per la ricostruzione è diventata vergognosamente deposito per i lavori dei sottoservizi di quella zona, valgono per quella di Torretta Gignano Sant’Elia che manca ancora di una viabilità per raggiungerla e valgono anche per la Carducci il cui nuovo sito è scritto solo nel libro dei sogni della sua amministrazione. Valgono per tutte quelle scuole che non si stanno restituendo alla comunità. Il mandato che ci hanno assegnato i cittadini è di controllo delle decisioni che lui sta mettendo in campo: è un fatto che c’è voluto un intervento dell’opposizione per prendere la decisione – giusta o sbagliata che si rivelerà – di rimuovere la ditta affidataria e sbloccare la situazione di stallo che danneggiava tutti. Per vedere chiaro sul futuro di quel cantiere abbiamo richiesto una commissione di Garanzia, mi chiedo perché non sia venuto a discuterne in quella sede, considerato anche il suo ruolo di commissario all’edilizia scolastica comunale. Era ed è suo dovere spiegare ai cittadini cosa è successo in quel cantiere e quale sarà il nuovo cronoprogramma, se ci sarà la demolizione delle opere già realizzate, quando appronterà la variazione della spesa finalizzata a un nuovo quadro economico e dove verranno prese le ulteriori presumibili risorse finalizzate anche alla sottoscrizione di un nuovo contratto con la nuova ditta esecutrice. Non sono domande da tecnici, sono la quantificazione del trascorrere del tempo degli studenti aquilani. Ci rifletta sopra, sindaco, e a sera quando sveste gli abiti dei fratelli d’Italia, indossi quelli della coscienza che, in genere, sempre ben consiglia.
*Consigliere comunale