L'Aquila Capoluogo

FERDINANDO DI ORIO: “NESSUNO STRAVOLGA L’EREDITÀ DEL PIÙ GRANDE POLITICO AQUILANO DEL XX SECOLO. FRANCO MARINI”

di Ferdinando di Orio
L’AQUILA – Essendo stato la persona della nostra Provincia più legata a Franco Marini , aquilano di San Pio delle Camere , sento il dovere di difendere da ogni interpretazione fuorviante la sua eredità morale.  Giovanissimo conobbi Franco Marini nel 1971 dopo la mia prima laurea in Filosofia presso l’Università La Sapienza di Roma . Pur avendo fatto una tesi di laurea in Psicologia Clinica con il professore Renato Lazzari , proposta per la pubblicazione che significava proseguire in quel percorso scientifico, mi appassionai da subito ai problemi sociali in una Roma che soffriva di disuguaglianze enormi . Andavo a documentarmi presso la Fondazione Giulio Pastore dotata di una biblioteca fornitissima sulle minoranze e sui ceti emarginati. Conobbi e divenni amico di un brillantissimo giurista sardo, Giovanni Marongiu, poi diventato Ministro del Mezzogiorno che mi parlò della CISL e di Franco Marini di cui era amico. Mi fissò un appuntamento con lui e da allora la mia vita cambio completamente prospettiva . Nel nostro primo incontro nel 1971 fui travolto dal suo carisma personale e dal nostro comune affetto per la nostra terra d’Abruzzo . Divenimmo inseparabili. Ci vedevamo 2 o 3 volte a settimana ed io collaboravo ai suoi vulcanici progetti sindacali nell’ambito del pubblico impiego ed , in particolare, per quanto riguardava me, alle riforme della sanità allora gestita dall’iniquo sistema delle mutue . La visione di Franco era molto simile al gruppo di lavoro del PCI coordinato dal professore Giovanni Berlinguer . Arrivammo faticosamente ad un testo di riforma DC – PCI del sistema sanitario, la 833/78 , che mentre molti esponenti della DC , pur essendo inseriti in un Governo di unità nazionale con il PCI , per anticomunismo inveterato ponevano difficoltà, Franco Marini già allora appartenente alla sinistra della DC si batte in modo risoluto per l’approvazione della legge e quando qualcuno come Andreotti , Fanfani, Forlani, Piccoli obiettava qualcosa lui ribatteva in modo colorito “mi fido di Ferdinando, di Tina Anselmi e di Giovanni Berlinguer” . La legge fu approvata nel 1978 con la soddisfazione di gran parte dell’area della DC e con l’adesione totale del PCI . Fu il primo grande frutto del Governo di Unità Nazionale DC – PCI o come si voglia chiamare questa importantissima svolta democratica . Da allora Franco divenne il più importante rappresentante della sinistra DC legata al mondo sindacale della CISL . Nella CISL Franco , con un gruppo d’amici presenti nelle singole categorie di lavoratori, io nel 1975 divenni fondatore e successivamente segretario nazionale della CISL Università, scalò tutta l’Organizzazione fino al 1985 quando divenne segretario nazionale dell’intera organizzazione . La sua posizione ideologica fu quella legata al cristianesimo sociale o socialismo cristiano ( con punto di riferimento il nostro amico Pierre Carniti) e all’autonomia sindacale da ogni contaminazione politica . L’unità di tutto il mondo sindacale era per lui un valore imprescindibile.
Dopo aver compiuti due mandati lasciò la CISL e iniziò un travolgente impegno politico sempre nella sinistra DC . Più volte Parlamentare , Ministro, Presidente del Senato della Repubblica nel 2006 ( eletto con i voti della sinistra battendo il candidato della Casa delle Libertà Giulio Andreotti sostenuto anche dalla destra DC di Cossiga) . Fu proposto dal Presidente Napolitano nel 2008 per presiedere un governo ma non trovò in Parlamento una maggioranza e dopo 4 giorni angoscianti rinunciò. Dopo essere stato uno dei fondatori del Partito Democratico , “per i giochi delle correnti del PD “ , parole sue, non fu rieletto nel 2013 nel Senato della Repubblica . Nel 2013 fu indicato come candidato alla Presidenza della Repubblica ma non riuscì eletto pur avendo ottenuto 521 voti non sufficienti per raggiungere il quorum di 672 voti . Un ricordo personale : ero a cena con mia moglie quando Franco mi chiamò per dirmi di questa candidatura e chiedermi di scrivere il suo discorso d’insediamento. Io e mia moglie ci commuovemmo alle sue parole. In tutti gli anni della sua vicenda politica , la più importante di un abruzzese tra la fine del Novecento e l’inizio del 2000, resto legatissimo al suo Abruzzo , non mancava settimana che non trovasse modo di venire a L’Aquila per concedersi una pausa dai suoi impegni . Le passeggiate sotto i portici e le cene con gli amici erano obbligatorie per lui . Cene serene e distensive , con annesso tressette, come quelle a Prata d’Ansidonia a casa della famiglia Iannessi con me e con gli amici di sempre, Augusto Iannessi, Carlo Casciani, Giovanni Leonardis ed altri . Per me sono stati quasi 50 anni di impegno politico condivisi con un uomo di immenso valore .
Franco Marini un aquilano per nascita e per scelta riposa oggi dopo la morte avvenuta per covid nel cimitero comunale di San Pio delle Camere . Questa è la storia di un uomo che è stato un sincero democratico, fondatore ed ispiratore del polo progressista nel nostro Paese . Fin dalla sua morte in molti ci siamo mossi per lasciare al Paese un segno che ricordasse questo grande uomo attraverso una Fondazione che portasse il suo nome . Per ricordarlo davvero perso bisogna essere coerenti con la sua storia . Il nome che e’ stato designato per la presidenza della Fondazione Franco Marini sembra sia quello di un sindacalista calabrese Luigi Sbarra , ammirato in modo smisurato dalla nostra presidente del consiglio con parole fuori dall’ordinario se si considera che il sindacato è sempre un “contropotere” dell’esecutivo o almeno deve rivendicare un ruolo di assoluta autonomia . In realtà questo ex segretario generale della CISL è l’opposto di Franco Marini . Sempre a fianco del governo a trazione Fratelli d’Italia, Sostenitore strenuo della legge di bilancio giustamente criticata dagli altri sindacati , il no al “salario minimo” rivendicato dalle altre sigle sindacali, non aver voluto il rinnovo dei contratti del pubblico impiego, aver boicottato ogni forma di protesta sindacale, questa è stata la sua segreteria della CISL . Grazie alla passata gestione della CISL l’unità sindacale non esiste più . E infine il regalo di Fratelli d’Italia a questo ex sindacalista con la sua nomina a membro dell’esecutivo come sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per il Sud . Pensate che un uomo del genere possa assumere la presidenza di una Fondazione dedicata a Franco Marini ?

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