Dalla regione

CLAUDIO FERRANTE, DI CARROZZINE DETERMINATE, SU AREA DI RISULTA A PESCARA: “PROGETTO CHE ESCLUDE, CHE NON INCLUDE”

di Claudio Ferrante *
PESCARA – “E vissero tutti felici, contenti… e ignoranti.”
Quando si tratta di opere pubbliche finanziate con denaro dei cittadini e destinate a incidere sulla qualità della vita di tutti, per l’associazione Carrozzine determinate è doveroso intervenire per garantire che tali progetti siano davvero accessibili e inclusivi. Nel caso dell’intervento sull’ex area di risulta di Pescara, riteniamo che il progetto – atteso da oltre 40 anni – necessiti di profonde modifiche, in quanto concepito senza un reale rispetto dei principi dell’accessibilità universale. Non ci è stato fornito accesso formale al progetto, né siamo stati coinvolti nella sua valutazione. Tuttavia, anche con le informazioni parziali disponibili, appare evidente la mancanza di conformità ai principi sanciti dalla Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità, ratificata dallo Stato italiano con la Legge n. 18 del 3 marzo 2009. L’alternanza tra scale e rampe, come mostrato in alcune anticipazioni video, rappresenta una soluzione pericolosa e sbagliata per superare le barriere architettoniche. Una denuncia analoga era già stata presentata quattro anni fa da un’associazione specializzata in accessibilità. Le numerose pendenze, anche se inferiori al 5%, generano percorsi faticosi, tortuosi e potenzialmente rischiosi per chi utilizza una sedia a rotelle. Le manovre obbligate tra rampe e gradini espongono l’utente al ribaltamento. Analogamente, per le persone con disabilità visiva, questi percorsi rappresentano veri e propri labirinti privi di riferimenti tattili e di sicurezza. La pericolosità non si limita solo a chi vive una condizione di disabilità: anche bambini, anziani o genitori con passeggini possono essere esposti a gravi rischi. Le rampe, così come progettate, sembrano prive di ringhiere e cordoli, rendendo estremamente facile la caduta di una carrozzina o l’inciampo accidentale. È sconfortante dover ancora ricordare, nel 2025, quanto sia fondamentale la cultura dell’accessibilità per garantire la fruibilità degli spazi pubblici a tutti i cittadini. Il concetto di “accessibilità universale” non è solo un diritto: è il fondamento per una città inclusiva, moderna e rispettosa. Per questo, ci sorprende e preoccupa sentire il Sindaco di Pescara definire l’opera “storica” e affermare che “restituirà ai cittadini un’area viva, sicura e accessibile a tutti”. Da quanto emerso finora, l’accessibilità è stata solo proclamata, non realizzata. È pronta una carrozzina anche per l’architetto Manuel De Canal. Con il progetto “Sentinelle” e la passeggiata empatica, abbiamo fatto sedere in carrozzina politici, studenti, cittadini, vescovi, avvocati e magistrati per far comprendere, anche solo per pochi minuti, cosa significhi vivere una città che esclude e discrimina. Forse è arrivato il momento di coinvolgere anche chi progetta, per far emergere la reale comprensione del termine “disabilità” e stimolare un approccio concreto alla progettazione universale. Non siamo preoccupati solo per la per piazza centrale – che dovrebbe ospitare eventi e accogliere fino a 6.500 persone, ma per l’intero progetto – ci chiediamo: dov’è l’accessibilità? Dove sono gli spazi dedicati, i percorsi sicuri, le sedute utilizzabili da tutti? Se il buongiorno si vede dal mattino, il progetto dell’ex area di risulta solleva fortissime preoccupazioni. Ci appelliamo dunque all’Amministrazione e ai progettisti: – dai marciapiedi al verde, dagli arredi urbani ai servizi – è conforme alla Legge n. 18/2009? Rispetta le norme italiane ed europee sull’accessibilità? L’articolo 9 della Convenzione ONU lo dice chiaramente: l’accessibilità è un requisito imprescindibile affinché le persone con disabilità possano vivere in modo indipendente e avere pari opportunità. Non chiediamo favori, ma l’applicazione piena delle norme esistenti. Non siamo né visionari né pessimisti. Ma gli errori del passato – come nel caso della Strada Parco, trasformata in una sequenza di otto chilometri di barriere architettoniche in un’area pianeggiante – sono davanti agli occhi di tutti. L’ex area di risulta non può diventare un altro scempio. Per l’Architetto De Canal, la carrozzina è pronta. Salga con noi, così potrà capire direttamente cosa significa progettare per tutti.
*Presidente Carrozzine determinate 

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