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UNA FERITA PROFONDA PER LA VALLE PELIGNA: I DANNI ECONOMICI E SOCIALI DELL’EVENTUALE CHIUSURA DELLA MAGNETI MARELLI DI SULMONA

La possibile chiusura dello stabilimento Magneti Marelli di Sulmona rappresenterebbe una tragedia occupazionale e sociale senza precedenti per la Valle Peligna. Non si tratterebbe soltanto della scomparsa di un importante presidio produttivo, ma della perdita dell’ultimo grande simbolo dell’industria manifatturiera sulmonese, con conseguenze drammatiche sull’intera economia locale e sulla tenuta sociale del territorio.

Lo stabilimento Marelli, con i suoi dipendenti diretti e l’indotto che genera, è una delle poche realtà industriali ancora attive nella zona. La sua eventuale chiusura comporterebbe la perdita immediata di centinaia di posti di lavoro, tra operai, impiegati, tecnici, e professionisti legati ai servizi esterni. Ma l’impatto andrebbe ben oltre le mura dello stabilimento: coinvolgerebbe fornitori locali, trasportatori, officine meccaniche, imprese di pulizie, mensa, manutenzioni, fino al piccolo commercio e alle famiglie.

In un’area interna già penalizzata da una cronica mancanza di investimenti, da alti tassi di disoccupazione e da un progressivo spopolamento, questo colpo rischia di essere irreversibile. Interi nuclei familiari verrebbero privati dell’unico reddito stabile. Le imprese locali perderebbero clienti. La macchina economica del territorio – già lenta – si fermerebbe del tutto.

Accanto al danno economico, il danno sociale sarebbe ancora più profondo. Il lavoro, in realtà come la Valle Peligna, non è solo salario: è dignità, è appartenenza, è speranza. Togliere il lavoro significa generare incertezza, rabbia, rassegnazione, soprattutto tra i giovani, che vedrebbero sgretolarsi anche l’ultimo baluardo produttivo in cui potevano sperare di costruire il proprio futuro nella terra in cui sono nati.

La chiusura della Marelli significherebbe alimentare l’esodo giovanile, l’impoverimento demografico e culturale, la perdita di coesione sociale. Scuole, servizi pubblici, attività commerciali subirebbero un contraccolpo a catena. Sulmona rischierebbe di diventare una città dormitorio per pensionati, abbandonata dalle nuove generazioni e da ogni prospettiva di crescita.

Non è solo una vertenza sindacale, è una questione di dignità per un intero territorio, troppo spesso dimenticato nelle strategie industriali nazionali. Le aree interne come la Valle Peligna non possono essere lasciate sole, né trattate come “periferie sacrificabili”.

La Regione Abruzzo, il Governo nazionale e le istituzioni europee devono assumersi la responsabilità politica di difendere questo presidio produttivo, o in alternativa, di garantire progetti di riconversione credibili, con investimenti veri e posti di lavoro reali.

Perdere la Marelli significherebbe arretrare di trent’anni, gettando Sulmona e l’intera Valle Peligna in un baratro da cui sarebbe difficilissimo risalire. Ma soprattutto, significherebbe tradire una comunità che ha sempre lavorato con serietà, con dignità, con orgoglio.

E questo, nessuno dovrebbe permetterselo

Un commento su “UNA FERITA PROFONDA PER LA VALLE PELIGNA: I DANNI ECONOMICI E SOCIALI DELL’EVENTUALE CHIUSURA DELLA MAGNETI MARELLI DI SULMONA

  • Stavolta Sulmona ha tutto e tutti dalla propria parte.
    È stata promessa la rinascita della città.
    VEDREMO!

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