
IL 29 GIUGNO A SAN PIETRO, PAPA LEONE XIV IMPORRA’ IL PALLIO AD ANTONIO D’ ANGELO, ARCIVESCOVO DELL’AQUILA
di Nando Giammarini
L’AQUILA – Il prossimo 29 Giugno solennità dei Santi Apostoli, Pietro e Paolo, Patroni di Roma, Papa Leone XIV imporrà personalmente il Pallio a Mons. Antonio D’Angelo Arcivescovo Metropolita dell’Aquila. La toccante cerimonia si terrà in occasione della Celebrazione Eucaristica nella Basilica di San Pietro, alle ore 9.30. L’annuncio diffuso recentemente attraverso il Bollettino della Santa Sede, salutato con gioia dal mondo ecclesiastico, riporta così in auge una tradizione interrotta nel 2015, quando Papa Francesco aveva disposto che l’imposizione dei Palli avvenisse nelle diocesi di appartenenza per favorire la maggior partecipazione di fedeli possibili. Con il nuovo Pontefice, invece, si torna a celebrare questo rito nel cuore della cristianità, presso la tomba dell’apostolo Pietro, restituendo al gesto la sua pienezza liturgica e simbolica. Per Mons. Antonio D’Angelo, quella del 29 giugno sarà una tappa importante nel suo percorso ecclesiale. Ordinato Vescovo Ausiliare dell’Aquila nel 2021 per volontà di Papa Francesco, D’Angelo è stato consacrato nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio dal Cardinale Giuseppe Petrocchi. Il 19 agosto 2023 è stato nominato Arcivescovo Coadiutore, con diritto di successione, e ha assunto la guida dell’Arcidiocesi come Metropolita il1° agosto 2024.Ho avuto il piacere e l onore d’incontrarlo recentemente a Montereale, mio paese d’origine, in occasione del 50° anniversario di sacerdozio di Don Serafino Lo Iacono , parroco di quel paese allocato tra gli incantevoli monti dell’Aterno,ed ho avuto modo di apprezzare la sua dialettica umile, semplice e chiara da vero pastore di anime.Per Mons. D’Angelo, per l’Arcidiocesi dell’Aquila e per tutta la Chiesa italiana, il 29 giugno 2025 sarà una giornata di gioia,di di preghiera e di speranza. Un segno che la Tradizione, lungi dall’essere un peso del passato, è ancora oggi una sorgente viva per il presente ed il futuro della Chiesa.Con l’imposizione del Pallio, Mons. D’Angelo riceverà un segno visibile della comunione con il Successore di Pietro, ma anche della corresponsabilità pastorale che lo lega alle diocesi suffraganee della provincia ecclesiastica Avezzano e Sulmona-Valva.Il ritorno dell’imposizione del Pallio da parte del Papa stesso è carico di tradizione e significati ecclesiali. Non si tratta di un semplice ornamento liturgico. Il Pallio, lo ricordiamo è un paramento antichissimo, risalente ai primi secoli del cristianesimo. Realizzato con lana di agnelli benedetti nella festa di Sant’Agnese e lavorato da monache contemplative. Esso simboleggia il Buon Pastore che porta sulle spalle la pecora smarrita, ma anche l’Agnello trafitto, Cristo crocifisso e risorto. Composto da una stretta fascia di lana bianca incurvata al centro, con sei croci nere ricamate e tre spille d’oro, i richiama visivamente la lettera “Y” e può essere indossato dal Metropolita esclusivamente all’interno della propria provincia ecclesiastica. È un simbolo potente di unità, fedeltà e servizio pastorale.Per la Chiesa aquilana si tratta di un evento che evoca memoria e tradizione. Già nel1998, molti fedeli avevano partecipato alla Celebrazione Eucaristica in cui San Giovanni Paolo lo impose a Mons. Giuseppe Molinari. Lo stesso
avvenne nel 2013, quando Papa Francesco lo impose al Cardinale Giuseppe Petrocchi. Ricevere il pallio nella Basilica Vaticana, direttamente dalle mani del Pontefice, è per un Arcivescovo Metropolita un segno di mandato e di missione. Non è solo un riconoscimento liturgico, ma un invito a vivere l’episcopato con spirito di servizio, unità e offerta. In tempi in cui i simboli rischiano di essere svuotati di senso, il gesto di Papa Leone XIV assume una forza rinnovata: è un richiamo alla responsabilità, alla comunione ecclesiale e alla fedeltà al Vangelo. Nel formulare a Monsignor D’Angelo i migliori auguri per un felice mandato nella nostra terra ricordiamo che il 29 Giugno sarà una giornata di gioia, di preghiera e di speranza. Un segno che la Tradizione, lungi dall’essere un peso del passato, è ancora oggi una sorgente viva per il presente ed il futuro della Chiesa aquilana.